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EMERGENZA RIFIUTI: L’UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI REPLICA AL CONSIGLIERE ALBANESE SU TASSE E RIFIUTI E CHIEDE L’INTERVENTO DELL’AUTORITA’ SANITARIA

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Pur concordando pienamente con il Consigliere Rocco Albanese, delegato del Sindaco in materia tributaria, sull’auspicio del ripristino della legalità e il contrasto all’evasione/elusione tributaria, ribadiamo che la legalità è un principio che deve valere erga omnes, istituzioni comprese e nei casi specifici di invio di avvisi di pagamento per servizio raccolta rifiuti fatiscente o per dirla eufemisticamente “a singhiozzo”, o servizio idrico precario, non si può non concordare con chi esprime la propria rabbia quotidianamente presso l’associazione o sui social, per una richiesta di pagamento che appare quanto meno vessatoria a fronte di servizi inesistenti.

Le famiglie Reggine, prosegue l’Avv. Saverio Cuoco, presidente regionale dell’Unione Nazionale Consumatori Calabria, hanno stipulato con l’Amministrazione Comunale un contratto che prevede un servizio di regolare e completa raccolta differenziata e lo smaltimento della stessa, previo pagamento di un importo.

 

Penso francamente che a qualsiasi cittadino darebbe fastidio dover corrispondere un importo intero per un servizio non erogato o erogato ad intermittenza.

I cittadini sono stanchi, l’indignazione corre veloce sui social, le segnalazioni e le richieste di intervento non si contano più. Ogni zona della città fa i conti con i rifiuti a seguito della omessa raccolta differenziatala. Ci sono zone in cui la raccolta, in particolar modo dell’umido manca per giorni, l’aria è ammorbata dall’olezzo dei rifiuti lasciati a marcire, topi, scarafaggi ed altri animali la fanno da padroni per tutte le vie del centro storico e della periferia cittadina e la scusante dei maleducati (lordazzi), spesso comodamente richiamata dall’Autorità Comunale (ma che certamente ove individuati, vanno sanzionati), non regge più: qui siamo arrivati al tragico punto in cui tutti, (educati e maleducati), non sanno più come fare per vivere in un ambiente sufficientemente sano.

A tale proposito l’associazione, in considerazione del persistente pericolo per la salute pubblica, documentato da innumerevoli fotografie e video, quotidianamente riportate sui social, chiede l’immediato intervento dell’ASP di Reggio Calabria (nell’esercizio dei poteri e delle funzioni che le sono demandate per legge), dell’Ordine dei Medici e delle Istituzioni competenti, affinchè adottino ogni provvedimento e misura atti ad accertare il conseguente rischio igienico-sanitario (anche solo potenziale), a causa dell’accumulo di rifiuti imputabile alla omessa raccolta differenziata, a scongiurare il reiterarsi dei sopra richiamati rischi anche previo diretto intervento presso ogni amministrazione o soggetto competente; a dare conferma delle iniziative e dei provvedimenti intrapresi.

Il tutto con estrema urgenza con espresso avvertimento che in difetto l’associazione scrivente si riserva di agire avanti ogni organo competente.

La Corte di Cassazione ha più volte ribadito che, “il grave e perdurante disservizio, anche nei casi in cui il Comune non ha alcuna colpa per il caos nella raccolta, consente di ottenere una riduzione della TARI, che non si configura come un risarcimento né una sanzione nei riguardi del Comune, ma serve solo a riequilibrare il rapporto tra la somma da pagare e i costi del servizio”.

La stessa Corte di Cassazione puntualizza inoltre che “persiste la grave violazione della disciplina sulla raccolta dei rifiuti anche se il servizio, benchè effettuato, viene svolto in modo non corretto o non completo come nel caso in cui la raccolta avvenga “a singhiozzo”.

Incomprensibile appare infine l’invito del Consigliere Albanese alle associazioni di consumatori di sostenere l’azione di contrasto del Comune, all’evasione/elusione tributaria, che appare scontata, come altrettanto incomprensibile appare sia il rifiuto alle legittime rimostranze degli utenti ai quali viene negato un servizio richiesto, sia le estemporanee convocazioni delle associazioni di consumatori (alle quali l’associazione scrivente aveva già comunicato di non voler partecipare), perchè finalizzate unicamente a prendere cognizione di decisioni già assunte unilateralmente.