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CORONAVIRUS E SPECULAZIONI DI PREZZO, RINCARI FINO AL 6000%

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Aumenti di prezzo stratosferici per mascherine, gel igienizzanti e prodotti disinfettanti. Continua l’azione della Guardia di Finanza che sta facendo controlli sulle speculazioni di prezzo su tutto il territorio nazionale

Sabrina Bergamini

Aumenti di prezzo fino al 1000%. Addirittura fino al 6000%. I rialzi di prezzo online e non solo non si contano più per mascherine, gel igienizzanti, prodotti disinfettanti messi in vendita a prezzi di gioielleria durante questa pandemia. La Guardia di Finanza segnala in continuazione sequestri e operazioni di controllo sulle speculazioni fatte su tutto il territorio nazionale. Le azioni vengono fatte spesso con attività di monitoraggio e investigazione tecnologica online.

 

Sequestrati 60 mila prodotti

Un primo bilancio diffuso ieri, relativo agli accertamenti fatti dall’inizio dell’emergenza coronavirus, denuncia che sono stati sottoposti a sequestro finora circa 60 mila prodotti fra medicinali, strumenti e apparecchi medicali, disinfettanti e prodotti per l’igiene: 5 mila sono stati intercettati in dogana, 55 mila sequestrati in fase di commercializzazione, sia al dettaglio che all’ingrosso.

I sequestri sono stati fatti in tutta Italia ma i territori più coinvolti sono Lombardia, Piemonte, Campania e Puglia, e sono stati il frutto di attività investigative caratterizzate anche dal costante monitoraggio del web.

Mascherine e disinfettanti, le operazioni

Fra le principali operazioni di servizio, si segnala ad esempio l’azione del Gruppo Pronto Impiego di Torino, con il contributo di altri Reparti del Corpo in molte regioni italiane, che ha sequestrato circa 8.000 mascherine filtranti, segnalando alla Procura della Repubblica 36 persone fisiche e 16 società per i reati di frode in commercio (515 c.p.) e di false indicazioni qualitative e di origine (517 c.p.).

A Milano il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano ha sequestrato alcune centinaia di mascherine protettive e prodotti disinfettanti per l’igiene personale per la fattispecie di “manovre speculative su merci” prevista dall’art. 501-bis c.p. I prezzi venivano alzati dal 100 al 400% rispetto al valore di mercato prima della crisi sanitaria.

In Provincia di Napoli, i Finanziari hanno trovato una parafarmacia in cui ha sequestrato 10 mila mascherine protettive poste in vendita con una percentuale di ricarico che raggiungeva oltre il 6.000% rispetto al prezzo di acquisto. In questo caso, l’esercente aveva comprato delle maxi confezioni di mascherine che poi erano state riconfezionate e vendute in singole bustine. A Bari le Fiamme Gialle hanno sequestrato oltre 30 mila prodotti, fra mascherine, gel e salviette per le mani, poste in commercio con modalità fraudolente e truffaldine, per un valore di mercato di circa 220.000 euro.

eCommerce, mascherine chirurgiche a più 4000%

Un’altra operazione è del 16 marzo, fatta a Roma dal Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza che è specializzato in investigazioni tecnologiche. Il monitoraggio online è iniziato a metà febbraio e ha portato al sequestro di 36 offerte di vendita, fatte su Amazon ed e-Bay, di prodotti come mascherine e gel disinfettanti, ancora una volta venduti a prezzi esorbitanti rispetto ai costi di produzione e di distribuzione nonché a quelli praticati in situazioni non emergenziali. La comparazione dei prezzi di vendita praticati prima dell’emergenza e dopo ha evidenziato anomalie notevoli, con aumenti di prezzo abnomi che oscillavano fra il 150% fino a oltre il 1000%.

Nel caso delle mascherine di tipo chirurgico, ad esempio, che sono le più semplici e con una limitata azione protettiva, la Finanza evidenzia che a fronte di un normale costo di pochi centesimi erano vendute in confezioni da 50 pezzi al costo di circa 80 euro, con un rincaro che raggiungeva la cifra massima del 4000%. Per i gel igienizzanti ci sono stati rincari non giustificati fra il 300% e il 600%.

Gli annunci sequestrati dalla Finanza erano pubblicati da connazionali residenti in Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia, ma anche da venditori europei ed extraeuropei – Germania, Regno Unito, Francia e Cina.