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CONTRAFFAZIONE: 6 CONSUMATORI SU 10 COMPRANO FALSO CONSAPEVOLMENTE

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Accessori, abbigliamento e calzature sono al primo posto fra gli articoli contraffatti comprati in Italia. Ma di recente si registra un aumento della spesa anche per profumi e cosmetici contraffati: nel 2017 gli italiani ci hanno investito 115 milioni di euro. E si tratta di prodotti che possono rappresentare un rischio concreto per la salute e la sicurezza. Sei consumatori su dieci comprano consapevolmente prodotti contraffatti importati in Italia.

 

I dati vengono dal Ministero dello Sviluppo economico, che ha organizzato una giornata dedicata alla contraffazione nazionale e globale, presentando gli ultimi studi realizzati da Ocse e Censis per la Direzione Generale per la Lotta alla Contraffazione-UIBM del MiSE. Sostiene il viceministro Dario Galli: ““I risultati delle due analisi presentate oggi confermano l’assoluta necessità di una risposta rapida, tempestiva e globale alla contraffazione. È quanto stiamo già facendo anche come Consiglio Nazionale Anticontraffazione, con interventi su misura per tutelare le nostre imprese, la cui competitività è oggi insidiata dalla concorrenza sleale di imprese illegali che si avvantaggiano degli investimenti in ricerca, innovazione e pubblicità dei marchi di eccellenza del Made in Italy, per ottenere vantaggi competitivi a basso costo alimentando, in questo modo, il mercato del falso. Di fronte poi ad un fenomeno sempre più capillare e invasivo, occorrono misure di salvaguardia del consumatore ignaro e di messa in guardia del consumatore consapevole, per un coinvolgimento attivo del cittadino”.

Quali i numeri diffusi? L’indagine del Censis dice che nel 2017 il “fatturato” stimato della contraffazione vale  7,2 miliardi di euro e cresce del 3,4% rispetto al 2015. Al primo posto gli italiani acquistano accessori, abbigliamento e calzature il cui valore sul mercato del falso è stimato in 2,4 miliardi di euro, pari al 33,1% del totale. Aumenta la spesa per profumi e cosmetici contraffatti, per i quali gli italiani spendono 115 milioni di euro, un mercato che negli ultimi due anni è aumentato del 6,7%. Il mercato del falso sottrae all’economia legale 104 unità di lavoro full time.

Senza la contraffazione, stima il Censis, la produzione interna registrerebbe un incremento dello 0,6% della produzione, per un valore complessivo di 19,4 miliardi di euro, corrispondente a una ricchezza aggiuntiva per il Paese di 7 miliardi di euro. L’emersione della contraffazione significherebbe anche un aumento del gettito fiscale, tra imposte dirette (su impresa e lavoro) e indirette (Iva): se si considerano anche le imposte che deriverebbero dalla produzione attivata nelle altre branche dell’economia, a monte e a valle, il gettito fiscale complessivo ammonterebbe a 5,9 miliardi di euro, pari al 2,3% del totale delle entrate dello Stato per le stesse categorie di imposte. La commercializzazione di prodotti falsi è poi facilitata dalla diffusione dell’ecommerce e dalla capacità dei siti web di scomparire, riapparire velocemente, dalla difficoltà di individuare la filiera. Si sono moltiplicati in questo modo gli strumenti online per la commercializzazione di prodotti falsi e sono aumentati gli acquisti, spesso da parte di consumatori inconsapevoli. 

C’è poi il consumatore che consapevolmente compra falso. La ricerca realizzata dall’Ocse dice che circa il 61% degli italiani compra consapevolmente prodotti contraffatti importati in Italia. Il valore del danno al consumatore, ovvero il costo pagato ingiustamente dai consumatori italiani nella convinzione di acquistare un prodotto autentico, ammonta a quasi 8,3 miliardi di euro. La proporzione di articoli falsi acquistati consapevolmente in Italia varia molto in relazione al prodotto: si va dal 10% per i prodotti chimici per uso medico e farmaceutico al 64% per i dispositivi ICT (information and communication technology). Il valore delle importazioni di prodotti contraffatti in Italia raggiunge i12,4 miliardi di euro, pari al 4% delle importazioni di prodotti originali. 

Al primo posto ci sono i dispositivi ICT, con un valore stimato di 3,3 miliardi di euro di prodotti falsi importati in Italia. L’introduzione illegale in Italia di falsi provoca mancate vendite per le imprese  italiane nel commercio all’ingrosso e al dettaglio pari ad un valore di 7,9 miliardi di euro. Ancora: il commercio mondiale di prodotti falsi che violano i marchi registrati italiani si attesta sui 32 miliardi di euro, pari al 3,6% delle vendite totali del settore manifatturiero italiano.