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CONSUMI DI SURGELATI, DURANTE IL LOCKDOWN C’È STATA UN’IMPENNATA

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Con la crisi coronavirus e il lockdown e l’esigenza di fare scorte alimentari le famiglie hanno fatto impennare i consumi di surgelati: più 13,5% nei primi quattro mesi dell’anno

Sabrina Bergamini

La scorta alimentare degli italiani durante il lockdown ha fatto fare il boom ai consumi di surgelati in casa. Con l’epidemia da coronavirus, l’appello a rimanere tutti a casa, la necessità di uscire il minimo indispensabile e per comprare solo i prodotti di prima necessità, le famiglie hanno fatto scorta di prodotti conservabili. La corsa agli acquisti e la necessità di crearsi una scorta alimentare ha privilegiato i prodotti conservabili, come pasta, riso e conserve di pomodoro. E ha fatto impennare gli acquisti di surgelati, che nei primi quattro mesi di quest’anno segnano un aumento complessivo del 13,5%.

 

Alimenti surgelati, più di 14 kg l’anno nel 2019

Il Rapporto dell’Istituto italiano alimenti surgelati (IIAS) fotografa i consumi dei prodotti surgelati nel 2019 ma, con l’arrivo del coronavirus, guarda subito al 2020 esaminando l’andamento delle vendite e dei consumi nei primi quattro mesi dell’anno.

Nel 2019 il consumo dei surgelati ha ripreso a crescere. Per la prima volta in Italia, il consumo procapite di surgelati ha superato la soglia dei 14 kg l’anno (14,1 Kg).

I consumi sono aumentati dell’1,3% per un valore assoluto di 849.900 tonnellate. Un andamento migliore, commenta l’Istituto, di quello della spesa alimentare complessiva delle famiglie italiane, pari al +0,4% rispetto al 2018.

Lockdown, scorta alimentare e surgelati

Ma il 2020 cambia tutto con il cambiamento della spesa durante la quarantena. E accelera le vendite durante il lockdown.

«In tale contesto, i surgelati hanno registrato un forte aumento della domanda, superiore a quello degli alimenti freschi», dice l’IIAS.

Secondo Ismea, nel primo trimestre 2020 la spesa complessiva delle famiglie per i prodotti alimentari è aumentata del 7% su base annua, “la variazione più forte degli ultimi dieci anni”. A marzo, poi, “le vendite per i prodotti confezionati hanno registrato incrementi del 20% e quelle per i freschi sfusi del 9%”. La spesa per i surgelati è aumentata di più.

Le scorte alimentari e le uscite ridotte al minimo hanno spinto gli italiani a riempire diversamente il carrello della spesa. Si è generata la corsa all’acquisto che privilegia prodotti a lunga conservazione e dunque, spiega il Rapporto, non solo riso, pasta e scatolame «ma anche – se non soprattutto – i surgelati, i più simili per qualità al prodotto fresco».

Boom di vendite per ittico, snack salati e pizze

«Tutti i segmenti del nostro settore hanno registrato impennate senza precedenti: nel primo quadrimestre 2020 – si legge nel Rapporto – gli acquisti complessivi di surgelati nel canale Retail hanno segnato un +13,5%, nei quali si segnalano le performance di segmenti quali l’ittico (+16,5%), gli snack salati (+21,5%), le pizze (+12,5%) e le patate (+12%). Per il resto dell’anno, gli addetti ai lavori prevedono, a fronte di un rientro della fase acuta dell’emergenza sanitaria, una progressiva stabilizzazione dei consumi».

Sono aumentate anche le vendite online, ma c’è stato naturalmente un andamento di segno opposto nel fuoricasa: un dimezzamento o quasi, per la chiusura della ristorazione commerciale e collettiva, di bar, ristoranti, mense scolastiche e aziendali. E questa tendenza, dice l’IIAS, continuerà anche nel secondo semestre dell’anno.

Surgelati nel futuro…

Durante l’emergenza, ha detto il presidente della Sezione Surgelati di Unione Italiana Food Giancarlo Foschi al Sole 24 Ore, le aziende hanno lavorato su tre turni 24 ore al giorno. E i consumi futuri? Il carrello della spesa dovrebbe tornare alla “normalità” ma non si escludono dinamiche nuove.

«Che cosa accadrà ai consumi domestici nella seconda parte dell’anno? La previsione più ragionevole – si legge nel Rapporto IIAS – è che “si vada verso una stabilizzazione dei consumi: chi acquista ormai sa che troverà sempre i prodotti sugli scaffali”. Ma l’esperienza di questi mesi ha ampiamente dimostrato come certe aspettative possano essere smentite, in modo tanto inatteso quanto repentino».