“Da un debito di 9.000 euro ad un credito di 3.000. Un sogno? No, semplicemente una vittoria dell’Unione Nazionale Consumatori che, grazie ad una procedura di conciliazione, ha così concluso la diatriba di una signora con Eni Gas e Luce”. È quanto dichiara Massimiliano Dona, festeggiando questa mattina, un caso di conguaglio sbagliato gestito dagli esperti dell’associazione.
Una signora si è rivolta nel mese di ottobre all’associazione per una bolletta da capogiro del gas: un debito pari a 9.135,82€, con una lettura rilevata dal distributore pari a 10437mc. “Immediatamente i nostri consulenti si sono attivati richiedendo tramite reclamo il calcolo dei consumi fatturati e contestando tutte le fatture emesse negli ultimi due anni”, racconta il presidente di UNC. “La Società non ha fornito risposta al reclamo, è stata attivata quindi una procedura di conciliazione in Autorità”.
A distanza di qualche mese, arriva il verdetto: la signora aveva ragione. Da un debito di oltre 9.000 euro per bollette non pagate dal 2015, a seguito di verifica delle fatture che sono risultate irregolari, è emerso che, non solo tali importi non fossero dovuti, ma la signora risultava in credito con la società di oltre 3.000 euro.
“Esprimiamo soddisfazione per la risoluzione di questo caso”, afferma Massimiliano Dona, “ma purtroppo è solo una delle tante ingiustizie che capitano ai consumatori quotidianamente e purtroppo non sempre hanno un lieto fine, soprattutto perché non tutti sanno a chi rivolgersi”.
“I nostri esperti gestiscono migliaia di segnalazioni, dall’energia alla telefonia, ma anche su tutte le principali tematiche di consumo, fornendo assistenza e spiegando ai cittadini come orientarsi tra le insidie del mercato. Diciamo quindi ai consumatori di non disperare quando si trovano davanti a situazioni come queste che sembrano irrisolvibili”.
Ma se da una parte le associazioni si danno da fare per prestare assistenza ai consumatori, il richiamo alle aziende è inevitabile. “Serve maggiore serietà: questa storia è finita bene, ma immaginate la reazione emotiva di un consumatore che si vede recapitare una bolletta di quasi 10 mila euro, fortunatamente non dovuti, verrebbe quasi voglia di chiedere il danno morale a chi ha sbagliato”.