Uso improprio di antibiotici e ormoni negli animali da allevamento. Residui di pesticidi sugli alimenti. Inquinanti ambientali in pesce, carni e latticini e additivi alimentari. Queste le principali preoccupazioni degli europei in tema di sicurezza alimentare. Rispetto agli anni passati, c’è meno ansia sul tema Ogm mentre compare per la prima volta la questione delle microplastiche. Il dato viene da un sondaggio Eurobarometro curato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) in occasione della primaGiornata mondiale della sicurezza alimentare, il 7 giugno.
Due europei su cinque si interessano attivamente alla sicurezza degli alimenti. Ma solo uno su cinque la ritiene la principale preoccupazione nella scelta del cibo: per la maggioranza dei cittadini, è solo uno dei fattori che influenza abitudini e scelte alimentari insieme alla provenienza, al prezzo, al gusto e alla componente nutrizionale. La maggioranza degli europei (55%) ha un alto livello di conoscenza dei temi che riguardano la sicurezza alimentare e due terzi ha cambiato il proprio comportamento dopo aver ricevuto informazioni su argomenti di sicurezza alimentare.
“Sono lieto che ci sia finalmente una giornata in cui si celebra l’importanza della sicurezza alimentare e si riconosce il lavoro prezioso di donne e uomini, agricoltori, veterinari, agronomi, cuochi e molti altri, che ogni giorno lavorano sodo per garantire che il cibo che finisce nei nostri piatti sia sicuro – ha detto Vytenis Andriukaitis, commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare – I risultati di questo studio dimostrano che gli europei hanno un alto livello di conoscenze sui temi di sicurezza alimentare e ci tengono a ciò che mangiano. Ciò ci motiva ancora di più a proseguire nella nostra opera di garantire che i nostri elevati standard siano mantenuti e cercare di raggiungere modelli produttivi e di consumo più sostenibili”.
L’ultimo sondaggio fatto su questo tema risale a quasi dieci anni fa. Dice Bernhard Url, direttore esecutivo dell’Efsa: ” In questo lasso di tempo la società è molto cambiata e si è evoluto anche il modo in cui produciamo e consumiamo cibo. È rassicurante vedere che gli europei non si preoccupano troppo dei cibi nel loro piatto. Credo che ciò non sia un caso, ma avvenga piuttosto grazie ai progressi della scienza e della tecnologia, che hanno contribuito a migliorare gli standard alimentari e le pratiche igieniche”.
Ma quali sono le principali preoccupazioni degli europei quando si parla di sicurezza alimentare? Non c’è un tema unico che domina in tutti i paesi europei, ma alcune questioni emergono con più frequenza: le preoccupazioni più frequentemente citate sono “residui di antibiotici, ormoni o steroidi nelle carni” (44%), “residui di pesticidi negli alimenti” (39%), “inquinanti ambientali nel pesce, nella carne o nei latticini” (37%) e “additivi come coloranti, conservanti o aromi utilizzati in alimenti o bevande” (36%). Gli europei sembrano meno preoccupati rispetto al passato di temi come gli Ogm, mentre nel radar della sicurezza alimentare compaiono per la prima volta questioni nuove come le microplastiche.
Nella media europea, il sondaggio Eurobarometro dice anche che i fattori più importanti per gli europei nell’acquisto degli alimenti sono la provenienza (53%), il costo (51%), la sicurezza alimentare (50%) e il gusto (49%). Il contenuto nutrizionale è leggermente meno importante (44%), mentre etica e convinzioni personali sono al posto più basso (19%). Nel complesso il 41% degli intervistati dichiara di essere “interessato in prima persona al tema della sicurezza alimentare”. Solo appena più di un quinto degli europei (il 22%) afferma che la sicurezza è la sua principale preoccupazione nella scelta degli alimenti.
Due terzi degli europei però, il 66%, ha cambiato le proprie abitudini di consumo dopo aver ricevuto informazioni su un rischio alimentare. Per il 33% la variazione è stata permanente; per il restante 33% solo per un po’ di tempo. Poco più di 2 intervistati su 5 (il 43%) affermano che “ci sono regolamenti in vigore per garantire che il cibo che mangiamo sia sicuro”.
In Europa, gli scienziati (l’82%, con un aumento rispetto al 73% del 2010), le organizzazioni dei consumatori (il 79%) e gli agricoltori (il 69%) godono tra gli europei dei più alti livelli di credito per quanto riguarda l’informazione sui rischi da alimenti. La fiducia nelle autorità nazionali (60%) e nelle istituzioni dell’Unione europea (58%) è piuttosto elevata ma il rapporto evidenzia che gli europei hanno una comprensione piuttosto limitata del funzionamento del sistema di sicurezza alimentare dell’UE.
Qual è la principale fonte di informazione sui rischi alimentari? La televisione, per sette europei su dieci. Ma dopo la tv i giovani si rivolgono ai social media (45% di quelli tra i 15 e i 24 anni) mentre gli anziani scelgono fonti tradizionali come i giornali (46%) e la radio (30%).