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BLACK FRIDAY, L’ALTRO LATO DELLA MEDAGLIA: QUEL VENERDÌ NERO CHE TI FA ANDARE IL CONTO IN ROSSO

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Il Black Friday, e tutta la settimana seguente, sono occasione di acquisti a prezzi scontati. Ma per molti una rata in più può far traballare di molto il bilancio familiare

Sabrina Bergamini

Black Friday, o tradotto: quel venerdì nero che ti fa andare in rosso il conto in banca. Perché una rata in più sembra non pesare più di tanto sul bilancio familiare e invece, quando viene sommata al mutuo e alle bollette, se si aggiunge a qualche difficoltà imprevista a lavoro, finisce per diventare un peso insostenibile e per far traballare il bilancio familiare. E in tutto questo un ruolo può giocarlo anche il Black Friday, spesso esteso all’intera settimana, che offre prodotti a metà prezzo e possibilità di rateizzare le spese come una tentazione irresistibile di acquisto. Salvo scoprire poi che si va, appunto, in rosso.

 

Black Friday, boom dei pagamenti elettronici

È questo il monito che arriva da Legge3.it, portale che si occupa di sovraindebitamento e di accesso ai benefici della Legge 3 del 2012, la cosiddetta “Salva Suicidi”. Per il fondatore del portale Gianmario Bertollo in questo contesto si inseriscono anche i pagamenti elettronici, ma in negativo. Perché a differenza del contante, sostiene Bertollo, portano a spendere di più.

Nel 2018, dicono da Legge3.it, sono state fatte 13,4 milioni di transazioni con carte di credito o debito, solo nella giornata del “venerdì nero” (27,1% online, 72,9% nei negozi fisici) mentre sono state 35,6 milioni quelle effettuate nell’intero weekend. Con un’impennata del 30% per i pagamenti elettronici. I primi mesi dell’anno e il mese di settembre sono quelli in cui il portale riceve più richieste di aiuto da parte di persone che non riescono a far fronte ai debiti.

La difficile gestione della contabilità mentale

Secondo il fondatore del portale, inoltre, i pagamenti elettronici rendono più difficile gestire la “contabilità mentale”.

Sostiene Bertollo: «Utilizzare i contanti, vederli passare dalle nostre tasche a quelle di qualcun altro, ci consente di avere una maggiore percezione della spesa, che ci porta ad essere più cauti e a fare determinate scelte di investimento. Al contrario, strisciare la carta e portare a casa qualcosa di bello e desiderato, ci fa sentire gratificati, ponendo mentalmente in secondo piano la somma spesa, portandoci, quindi, a spendere di più».

Fra richieste di finanziamento e situazioni di indebitamento, le rate possono facilmente lievitare.

«In base alla nostra esperienza – aggiunge Bertollo – le persone che contraggono debiti per qualche migliaio di euro, solitamente lo fanno perché scelgono di fare acquisti che, di fatto, in quel momento non possono sostenere e chiedono di pagare in rate con la carta di credito. Pensate che ben l’84% degli italiani ha richiesto almeno un finanziamento. Questo fa sì, che si ritrovino a dover pagare rate, magari di poche centinaia di euro, ma che, sommate ad affitto, bollette e spese per la quotidianità, risultano insostenibili. Credo che in un paese in cui i cittadini sono già indebitati per un totale di 97 miliardi di euro, insistere sull’incentivazione dei pagamenti elettronici, sia sbagliato».