Home Notizie utili BASTA CON LA PUBBLICITÀ OCCULTA DI IQOS: ANTITRUST CONDANNA PHILLIP MORRIS

BASTA CON LA PUBBLICITÀ OCCULTA DI IQOS: ANTITRUST CONDANNA PHILLIP MORRIS

446
0

E finalmente è arrivato il giorno della condanna inflitta a Philip Morris Italia srl ad opera dell’Autorità Antitrust che ha sanzionato il produttore di tabacco con una multa da 500 mila euro. Una bella vittoria per noi dell’Unione Nazionale Consumatori che abbiamo presentato nei mesi scorsi numerose segnalazioni per la troppa pubblicità fatta a Iqos, il dispositivo che scalda il tabacco senza bruciarlo.

 

Secondo il provvedimento dell’Autorità Garante, la pubblicità di Iqos presente su diverse riviste andrebbe ad integrare una pratica scorretta. Si legge, infatti, nel provvedimento: “si ritiene che i professionisti, attraverso gli articoli descritti (…) abbiano realizzato forme di pubblicità occulta a favore del dispositivo Iqos di Philip ,Morris“.

Una vittoria importante, sia per la tutela della salute e l’importanza di scoraggiare il consumo di tabacco, sia per il giornalismo, perché non si dimentichi l’importanza di tenere distinta la parte informativa da quella pubblicitaria. Accolte in pieno le nostre tesi! Basta con la pubblicità occulta nell’ambito di articoli giornalistici!.

In breve i fatti: abbiamo scovato la pubblicità di Iqos all’interno di riviste periodiche (pubblicate da Conti editore srl), nascoste all’interno di articoli nella veste di ordinari redazionali! Insomma parlando di temi come la vendita di auto usate, il giornalista aveva pensato bene di tessere lodi sperticate dell’apparecchio prodotto da Phillip Morris: inaudito!

Per l’Antitrust, “sebbene dalle evidenze istruttorie non sia risultato un accordo esplicito tra le imprese e l’editore, gli elementi di natura indiziaria raccolti nel corso del procedimento sono idonei a suffragare l’esistenza di un chiaro intento promozionale e quindi la contestazione di pubblicità non trasparente“. E ancora, negli articoli contestati dall’UNC. “il richiamo al dispositivo Iqos risulta estraneo al contenuto del servizio ed enfatizzato“, “la descrizione con toni enfatici delle caratteristiche del dispositivo Iqos, la prospettazione dei vantaggi derivanti dal suo utilizzo (…) corrispondono a tipiche modalità promozionali-commerciali, del tutto avulse dal contesto degli articoli“. Non è stato “adottato alcun accorgimento o indicazione che renda evidente ai consumatori la natura promozionale degli articoli in esame. Non risulta infatti alcuna indicazione quale “informazione pubblicitaria“”.

In conclusione, per l’Agcm, vi sono “gli estremi di una pubblicità non trasparente“. Da qui la sanzione amministrativa pari a 500 mila euro a Philip Morris Italia srl e di 50 mila a Conti editore srl., avendo posto in essere “una pratica commerciale scorretta ai sensi degli artt. 20, comma 2, e 22, comma 2, del Codice del Consumo”.

Ma non ci fermeremo qui: sebbene alcuni studi dichiarino che Iqos è meno pericoloso delle sigarette tradizionali, la nostra battaglia continua: è inaccettabile vedere sorgere ovunque store che vendono questo apparecchio per fumare il tabacco! Già oggi, presumibilmente, giovani consumatori potrebbero avvicinarsi al fumo proprio per colpa di questo prodotto di Phillip Morris …

Non a caso nel resto d’Europa esistono già iniziative di contrasto, come nel Regno Unito, dove tempo fa, il ministro della salute Steve Brine, ha inviato alla Philip Morris una lettera formale, ordinando di rimuovere dai negozi e da ogni altro luogo i poster pubblicitari che fanno riferimento a prodotti del tabacco “più salutari” (healthier). Secondo il ministero i manifesti di Iqos, il sistema che scalda e non brucia il tabacco, infrangono il severo divieto di pubblicizzare il tabacco e i prodotti del tabacco.

E questa è esattamente la nostra tesi. Per questo nei mesi scorsi abbiamo sottoposto all’Antitrust, all’Agenzia delle Dogane e Monopoli (ex AAMS) e al Ministero della Salute il produttore Philip Morris per la pubblicità Iqos presente in aeroporti e stazioni, chiedendone la rimozione immediata: finora purtroppo, però, nessuna autorità è ancora intervenuta, in via cautelare, per vietare quelle postazioni. Ma l’Unione Nazionale Consumatori resta in prima linea per rivendicare il diritto alla salute dei cittadini.