Sempre meno filiali e meno sportelli aperti al pubblico. Continua la trasformazione delle banche italiane: nei prossimi tre anni si prevedono altre 3mila chiusure secondo i dati della Fabi, diffusi dall’Adnkronos, che emergono dall’analisi dei piani industriali dei cinque principali gruppi. Un trend che si consolida, visto che dal 2009 al 2016 sono stati tagliati sul territorio 3.972 sportelli, di cui 1.697 nell’ultimo triennio. A risentirne sono soprattutto i piccoli centri e la clientela meno digitalizzata, a partire dagli anziani. In particolare in Intesa, Unicredit, Mps, Banco Popolare e Ubi, dal 2009 al 2015 sono state chiuse o cedute 4.439 filiali. E da adesso fino al 2019 si prevedono altre 2809 chiusure, un numero che potrebbe crescere ulteriormente con la presentazione dei nuovi piani industriali.
“L’innovazione tecnologica è un alibi per la chiusura degli sportelli, che significa perdere un rapporto storico con il territorio”, denuncia interpellato dall’Adnkronos il segretario generale della Fabi Lando Sileoni. Un ruolo, prosegue, “che acquisiranno sempre di più gli sportelli degli uffici postali”. Sileoni evidenzia come “un conto sia la chiusura per sovrapposizioni dovute alle fusioni, giustificata, e un conto quella delle agenzie che, a giudizio della banca, non producono redditività sufficiente”. In quest’ultimo caso, “il problema è quasi sempre la pessima organizzazione”.
Nell’analisi del leader Fabi, “la chiusura degli sportelli più che alla riduzione del personale serve per creare pesanti ristrutturazioni tecnologiche”. In questo senso, “sarà fondamentale il piano industriale che presenterà Intesa Spe da lì vedremo che piega prende il settore”. Quello che è certo, conclude, è che “il sindacato deve ottenere e non più chiedere un confronto sia a livello Abi sia a livello aziendale sull’innovazione tecnologica”.
La chiusura degli sportelli, secondo il sindacato, significa anche meno concorrenza e meno assistenza finanziaria a famiglie e imprese. Se è vero, infatti, che L’81% dei clienti utilizza ormai i canali digitali delle banche soprattutto per le operazioni e i pagamenti di tutti i giorni, la maggior parte di loro va ancora in filiale per le scelte finanziarie più complesse (consulenza, assistenza, richiesta di mutui, affidamenti su conto corrente). Senza contare che a pagare questo ridimensionamento sono soprattutto gli anziani, che non usano le nuove tecnologie, e i piccoli centri, dove le filiali stanno praticamente scomparendo.