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BAMBINI E RAGAZZI DIGITALI: SMARTPHONE IN MANO, LA TV È PER I PICCOLINI

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Digitali ma anche radicati in un mondo di libri, giocattoli e televisione. La fotografia dei giovanissimi scattata da Doxa Kids: un bambino su due tra i 10 e gli 11 anni possiede uno smartphone; in cima alla classifica dei social ci sono Whatsapp, Instagram e YouTube

Sabrina Bergamini

Digitali sì, ma anche radicati in un mondo fatto di libri, giocattoli e televisione. Con lo smartphone in mano già in tenera età – personale per chi ha dieci anni o più mentre per i più piccoli c’è quello di mamma e papà – e consumi digitali che si giocano fra televisione, videogiochi e social. Dove primeggiano Whatsapp, YouTube e Instagram. È la fotografia scattata da Junior di BVA Doxa Kids, la prima ricerca sui consumi e le abitudini dei 6,2 milioni di bambini e ragazzi in Italia, che quest’anno è arrivata all’edizione numero 30.

 

«L’universo “bambino” è sempre più intriso di digitale, ma fonda ancora parte delle proprie radici nel mondo reale fatto di libri, giocattoli e TV», dice la ricerca.

Con lo smartphone in mano

Sotto i riflettori ci sono i consumi digitali e mediali dei bambini e dei ragazzi nella fascia di età dai 3 ai 16 anni. Nell’edizione di quest’anno la ricerca delle tendenze parte da un dato di fatto: la penetrazione del cellulare tra gli adulti è prossima al 100% ed è altrettanto in crescita tra i ragazzi a partire dai 14 anni.

E tra i più piccoli? Secondo BVA Doxa Kids, ben 1 bambino su 2, tra i 10 e gli 11 anni, possiede uno smartphone. E anche i più piccini sono vicini al mondo “digitale”. Grazie allo smartphone di mamma e papà. I piccolini accedono così ai contenuti digitali preferiti attraverso i videogiochi e i video su YouTube.

Il tempo dei social

L’uso dei social evidenzia tendenze interessanti. Con lo smartphone arrivano infatti anche le chat e i social network, che per alcuni aspetti ricalcano l’uso fatto da tutti coloro che  hanno il cellulare (tipico il caso di Whatsapp) mentre per altri seguono dinamiche diverse. Tanto è vero che la sorpresa non è Facebook, in arretramento, ma Instagram, che viene usato da un quarto dei 12-13enni e da oltre il 40% dei ragazzini un po’ più grandi. YouTube è trasversale, diffuso anche fra i più piccoli.

Whatsapp e YouTube si piazzano dunque in cima alla classifica, mentre Facebook perde terreno su tutti i target, rivela BVA Doxa Kids. Instagram è il vero protagonista dei social in mano ai giovanissimi.

«Se il profilo degli utenti di Whatsapp è in linea con quello dei possessori di smartphone, Instagram viene utilizzato da 1 ragazzo su 4 tra i 12-13 anni e da oltre il 40% dei ragazzi nella fascia 14-16 anni– evidenzia la ricerca – Ma è YouTube l’unica piattaforma web utilizzata anche dai più piccoli: oggi oltre un bimbo su 4 (nella fascia 8-9 anni) accede abitualmente a YouTube e i tassi di crescita della piattaforma di condivisione e visualizzazione di video per eccellenza sono a doppia cifra anno su anno. Con una percentuale di utilizzo che cresce al 50% tra i ragazzi più grandi. E una penetrazione che, negli ultimi 4 anni, è passata dall’1% al 14%».

Consumi mediali all’incrocio fra tv, videogiochi e giocattoli

Nessuno dimentica la televisione, certamente. La tv ha ancora un posto centrale per bambini e adolescenti, ma con un andamento legato all’età: la vedono di più i più piccolini. La ricerca ha chiesto ai ragazzi tra i 5 e i 16 anni di compilare dei diari per registrare i loro consumi digital nell’arco di una settimana. Da questa emerge come le attività dei più piccoli siano concentrate sulla TV, mentre lo stesso non si può affermare per i più grandi. La televisione cede allora il passo ai videogiochi e ai giochi online. E dunque se tra i bimbi di 5-7 anni circa l’80% del tempo che trascorrono “connessi” è circoscritto alla TV, la stessa percentuale scende al 56% tra gli 11-13enni, che dedicano il proprio tempo anche ai videogiochi (29%) e ai video online (15%).

Il digitale segna un boom fra i giovanissimi ma rimane forte, dice Doxa, il legato col mondo “reale” fatto di libri, televisione, giocattoli. Sono comparti che più di altri hanno retto la crisi economica. L’editoria per ragazzi è in positivo da almeno quattro anni e va bene il cinema per i giovani, così come il mercato del giocattolo e dei videogame. «Tutti mercati e settori – conclude Doxa – sempre più complessi e tra loro interconnessi».