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ASILI NIDO: SOLO PER 1 BAMBINO SU 4

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Asili nido, questi sconosciuti. Ormai non ci sono neanche più le liste di attesa. Non solo il servizio è carente e con costi troppo alti, ma spesso le famiglie rinunciano in partenza ad iscrivere i propri figli. Tanto che quest’anno solo un bambino su quattro potrà frequentare l’asilo nido. Esistono poi molte differenze territoriali e regionali. Ci sono eccezioni virtuose come Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Toscana e Umbria, ma tutta l’Italia del centro nord ha coperture inferiori al 20% e nel Mezzogiorno solo 12 bambini su cento andranno al nido.

 

La denuncia viene da Save the Children: “Nonostante le nascite al minimo storico, solo 1 bambino su quattro potrà frequentare un servizio dedicato alla prima infanzia, tasso che comprende i servizi a titolarità pubblica, quelli in convenzione e quelli a titolarità privata”.

Ci sono, come detto, forti disuguaglianze regionali. Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Toscana e Umbria hanno registrato i tassi di copertura più alti, in alcuni casi anche superiori all’obiettivo europeo del 33%, ma “tutta l’Italia del centro-nord ha percentuali di copertura appena superiori al 20%, percentuale che si abbassa drasticamente per il mezzogiorno dove solo circa 12 bambini su 100 riusciranno ad accedere agli asili nido o ai sevizi alternativi – dice l’associazione a tutela dei più piccoli –  La situazione più critica in Campania dove nemmeno 1 bambino su cento ha la possibilità di accesso (6,8%)”.

Il dato più eclatante è che spesso non si registrano nemmeno più le liste di attesa. Se il nido non c’è, o costa troppo, le famiglie rinunciano in partenza al servizio. “Mentre fino a qualche anno fa, in questa stagione le cronache registravano interminabili liste di attesa per l’accesso ai nidi ovunque in Italia, oggi in molti casi le liste sono scomparse, ma questo non significa che il numero dei bambini che usufruiscono del servizio sia cresciuto – spiega Save the Children –  Semplicemente, le famiglie hanno rinunciato al servizio pubblico, spesso a causa dei costi troppo elevati”. 

I nidi e i servizi per la prima infanzia sono insomma ancora lontani dall’essere considerati un diritto equiparabile ad altri gradi di istruzione. Eppure sono fondamentali per contrastare la povertà educativa e minorile e rappresentano uno strumento di base per permettere di conciliare lavoro e famiglia. “Frequentare un asilo nido di qualità è un elemento chiave per il corretto sviluppo del bambino, sia dal punto di vista della salute che su quello educativo. Questo vale ancor di più per i bambini delle famiglie più svantaggiate, dove la frequenza al nido, è dimostrato, abbatte fortemente il rischio di non raggiungere, a quindici anni, le competenze minime in matematica e in lettura e allo stesso modo riduce il tasso di dispersione scolastica – commenta Raffaela Milano, Direttrice Programmi Italia Europa di Save the Children – Allo stesso tempo, l’asilo nido è un indispensabile strumento di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro ed è grave che le Regioni con il più basso tasso di occupazione femminile siano anche quelle dove gli asili nido di fatto non sono disponibili”.