FABIO DI TODARO
Il problema non è uno soltanto. Sotto la categoria dei disturbi del comportamento alimentare rientrano condizioni tra loro differenti, alcune più diffuse (bulimia e anoressia) e altre emergenti (binge eating disorder, drunkoressia, ortoressia). Ne soffrono complessivamente oltre tre milioni di italiani: sette su dieci sono adolescenti. E l’età della prima diagnosi è in calo: da 15 a 9 anni. È questo a destare le maggiori preoccupazioni: maggiormente si riduce l’età di insorgenza di un disturbo del comportamento alimentare, più difficile è intercettarlo in tempi brevi. Da qui la necessità di abbassare la fascia d’età a cui rivolgersi per la prevenzione.
È questo l’obiettivo di «FoodNet» che punta a favorire il riconoscimento degli indicatori legati a problemi con cibo, identità, peso e immagine corporea nei bambini delle scuole elementari. Il progetto – ideato e sostenuto dall’Associazione per la Ricerca in Psicologia Clinica (A.R.P.) – promuove un modello di prevenzione orientato a crescere bambini, adolescenti e adulti più consapevoli del forte legame esistente tra cibo ed emozioni e all’importanza di cogliere per tempo gli indicatori che tipicamente anticipano l’esordio di un disturbo alimentare.
La «sfida» parte dalle scuole primarie (sul sito del progetto sono visibili gli interventi già realizzati nelle scuole milanesi): si stima che nel nostro Paese siano oltre 300mila i bambini che presentano sintomi di un disturbo legato all’alimentazione. «In molti casi si tratta di problematiche alimentari transitorie e non rilevanti, caratteristiche destinate a rientrare definitivamente in modo naturale», afferma la psicoterapeuta Deborah Colson, coordinatore del servizio disturbi alimentari dell’A.R.P. «In altri, invece, tali manifestazioni rappresentano indicatori importanti per favorire l’identificazione precoce di quello che potrebbe sfociare in un disturbo alimentare vero e proprio e che un riconoscimento tempestivo potrebbe efficacemente prevenire».
Una raccolta fondi per andare avanti
Per intervenire in maniera massiva e regolare nelle scuole, «FoodNet» (il sito è pensato specificatamente per genitori, insegnanti e chiunque desideri avere informazioni sui disturbi alimentari e sui segnali presenti nell’età evolutiva) ha però bisogno di essere sostenuto. Da qui l’idea di lanciare un’iniziativa di crowdfunding , aperta fino al 28 aprile. L’idea che ha spinto gli esperti a condividere il loro cammino è quella che, così come la prevenzione dei disturbi dell’alimentazione deve partire dai più piccoli, anche il suo sostegno può partire dal basso. L’obiettivo è quello di rendere il servizio più capillare, anche attraverso la messa a punto di corsi di formazione rivolti ai docenti: in modo tale che la prevenzione possa arrivare anche dove fisicamente non potranno esserci gli esperti di «Foodnet». In più si vuole allargare il focus anche alla problematica del sovrappeso e dell’obesità infantile (https://www.lastampa.it/2018/08/27/scienza/bambini-obesi-il-delle-madri-non-valuta-la-criticit-della-loro-condizione-E60VKJ2vEYtb6gZekqR6bL/pagina.html), che pongono l’Italia ai primi posti in Europa e ampliare la mappatura dei servizi pubblici e privati deputati alla cura dei disturbi del comportamento alimentare sul territorio nazionale, con l’intento di aiutare i cittadini a reperire con più facilità informazioni sulle strutture a cui potersi rivolgere per chiedere aiuto per le problematiche connesse all’alimentazione.