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VENDITA PORTA A PORTA E TUTELA DEL CONSUMATORE

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La vendita porta a porta è uno dei metodi più sfruttati dalle aziende per proporre i loro prodotti. Non sempre però questa pratica commerciale viene svolta con correttezza e professionalità. Come tutelarsi quindi per evitare brutte sorprese?

Le vendite fuori dai locali commerciali

Il nome reale di questo tipo di compravendita è “vendita fuori dai locali commerciali”. Con questa dicitura si intendono tutte le vendite che non avvengono in un negozio fisico, ma mediante un contatto diretto da parte del venditore e del consumatore. Vista la natura potenzialmente pericolosa, specialmente nel caso di un compratore preso alla sprovvista e di un venditore pronto al tutto per tutto, questo tipo di vendite sono tutelate in maniera peculiare.

Occorre precisare che la vendita porta a porta non è illegale come lo sono le vendite piramidali. Questo ultime si basano su un sistema di referral per cui, alla fine dei conti, gli unici a guadagnare realmente sono coloro che stanno ai vertici. In questo caso il venditore deve pagare per ottenere il diritto di distribuzione e di reclutamento di nuove leve e, gli unici a rimetterci saranno sempre gli ultimi arrivati.

Cosa prevede la legge per la vendita porta a porta?

La disciplina normativa che regola la vendita porta a porta è contenuta nel codice del consumo. Una serie di disposizioni si preoccupa di tutelare i diritti dei consumatori contro rischi di eventuali abusi.

Il legislatore è voluto intervenire perché le vendite “porta a porta” risultano essere una forma di marketing particolarmente invasiva laddove il consumatore, colto generalmente alla sprovvista non ha tempo a sufficienza per ponderare le proprie scelte né di confrontare l’offerta propostagli, alla luce delle altre possibilità offerte dal mercato.

Prima di un qualsiasi contratto stipulato con vendita porta a porta, il venditore ha l’obbligo di fornire informazioni quali:

Il tipo di bene o servizio proposto e le sue caratteristiche;

La propria identità;

Il proprio indirizzo, numero di telefono e indirizzo di posta elettronica, per poter garantire al consumatore una via diretta di comunicazione in caso di necessità;

Il prezzo totale dei beni offerti, complessivo di imposte. Qualora non fosse possibile, il venditore dovrà fornire le modalità di valutazione del prezzo, indicando eventuali spese extra per le spedizioni.

La modalità di pagamento e la data entro la quale il bene o il servizio sarà recapitato o prestato al consumatore;

Le modalità per recedere dal contratto.

Le informazioni indispensabili che il consumatore deve avere

La vendita porta a porta, come abbiamo visto, prevede delle regole molto rigide che non sempre i venditori non seguono alla lettera. È fondamentale ribadire l’importanza della chiarezza in merito alle informazioni: queste dovranno essere fornite per mezzo di un supporto cartaceo, dovranno essere leggibili e scritte in maniera comprensibile.

Solitamente, dalla data della stipulazione del contratto, il professionista ha l’obbligo di provvedere alla consegna dei beni o all’erogazione del servizio entro 30 giorni, salvo accordi differenti. E’ sempre opportuno leggere con molta attenzione il contratto, incluse le parti in piccolo, per avere piena consapevolezza di ciò che si sta firmando.

Il diritto di recesso

La vendita porta a porta prevede la possibilità da parte del consumatore di avvalersi del diritto di recesso. Per poter recedere dal contratto senza motivazioni e senza costi aggiuntivi, il consumatore ha un periodo di tempo a propria disposizione di 14 giorni.

Il commerciante non ha parlato del diritto di recesso o ha fornito delle informazioni errate e/o parziali? In questo caso il periodo utile per esercitare il diritto di recesso passa da 14 giorni a 12 mesi e 14 giorni.

Ma come usufruire di tale diritto? Nella copia del contratto che il venditore consegna al consumatore dovrebbero essere state messe per iscritto le modalità per potersi avvalere del diritto di recesso. Generalmente il consumatore è tenuto a inviare la comunicazione della propria volontà mediante fax, posta elettronica o raccomandata A/R: il venditore dovrebbe lasciare al consumatore un modulo apposito. Qualora così non fosse, il consumatore potrà preparare una dichiarazione esplicita e firmata attraverso la quale indicare la propria volontà.

Il consumatore dovrà rispedire il prodotto a proprie spese entro 14 giorni dalla data in cui ha comunicato la propria volontà di recedere dal contratto di compravendita.

Quali sono gli obblighi del venditore qualora il venditore usufruisse del proprio diritto di recesso?

Anche nel caso della vendita porta a porta, il diritto di recesso comporta dei diritti e dei doveri da parte di entrambe le parti. Abbiamo già visto quelli del consumatore, ma anche il venditore ha degli obblighi: quali sono?

Il venditore è tenuto a rimborsare il consumatore per tutte le spese: oltre alla merce, dovrà provvedere a rimborsare le spese di consegna, entro e non oltre 14 giorni dal ricevimento della richiesta di recessione dal contratto di compravendita recapitata dal consumatore.

Il venditore è tenuto a emettere il rimborso nei confronti del consumatore sfruttando lo stesso metodo di pagamento utilizzato per l’erogazione del costo iniziale (a meno che le condizioni pattuite tra le due parti non siano differenti).

Qualsiasi clausola che preveda una limitazione al rimborso per quanto versato in fase di compravendita sarà nulla.

Vendita porta a porta: quando non è previsto il diritto di recesso?

Esistono alcuni casi in cui il diritto di recesso non è previsto per i beni o i servizi acquistati tramite vendita porta a porta. In particolare, il diritto non è previsto qualora il consumatore avesse acquistato prodotti su misura, confezionati o a rischio di deterioramento/scadenza rapida. I beni confezionati, ma non idonei alla restituzione per questioni di tipo igienico, sono esclusi da tale diritto; lo stesso discorso è valido per compravendita di servizi da utilizzare entro una data (attività di tempo libero, noleggio auto, alloggi non residenziali, ecc.).

Anche in questo caso il consumatore deve essere informato dal venditore. Qualora le informazioni fornite in fase di stipulazione del contratto fossero state imparziali e/o errate, il consumatore avrà il diritto di recedere dal contratto.