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SPIAGGE LIBERE E COVID-19, LEGAMBIENTE: “I COMUNI SI ORGANIZZINO PER TEMPO”

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A breve i Comuni si troveranno a dover fare i conti con il non facile compito di definire le modalità di accesso alle spiagge libere. Le proposte di Legambiente

Elena Leoparco

L’estate sta arrivando e il Covid-19 comincia a rallentare la sua corsa epidemica. Cosa ne sarà delle nostre vacanze al mare quest’anno? La domanda è di quelle da far arrovellare la mente in cerca di una risposta che metta insieme la necessità di tutelare la salute con la necessità di trovare un po’ di refrigerio nella stagione calda e l’accesso alle spiagge libere.

A breve quindi i Comuni si troveranno a dover fare i conti con il non facile compito di definire le modalità di accesso alle spiagge libere, pianificando una strategia per affrontare al meglio una stagione che sarà improntata alla logica di distanziamento sociale.

 

Se sui tratti di costa in concessione il rispetto delle regole spetterà al titolare della concessione, più complicato sarà ottemperare agli obblighi di legge sulle spiagge libere. Il tratto di demanio costiero libero da concessioni è il più delicato fra i beni comuni e una risorsa straordinaria per il nostro Paese sia dal punto di vista ambientale, che da quello sociale.

Legambiente pronta ad aiutare i Comuni

Legambiente si dice pronta a raccogliere e rilanciare questa sfida al fianco dei Comuni, pena il fatto che troveranno più fiato in questa circostanza le voci di quanti chiedono da tempo di ampliare la quota di spiagge in concessione perché su queste sarebbe più facile il rispetto delle regole e le misure di sanificazione.

“È utile offrire il proprio supporto ai Comuni costieri per pianificare insieme una strategia per affrontare al meglio la stagione. Pensare di cedere a privati spazi di litorale libero in cambio di sorveglianza e controllo delle regole o, addirittura, ipotizzare la chiusura delle spiagge libere perché non si è in grado di assicurarne una corretta fruizione, sarebbe una resa, una presa d’atto che il pubblico non è in grado di gestire il bene comune”- dichiara Sebastiano Venneri, responsabile Turismo di Legambiente.

Le proposte per la gestione delle spiagge libere

Per l’associazione ambientalista è opportuno coniugare questi due aspetti, quello sanitario e ambientale, e cogliere l’occasione per adottare provvedimenti che possano diventare pratica diffusa e permanente.

Legambiente invita pertanto i Comuni ad attivarsi in questo senso ed offre il proprio supporto nella messa a punto delle corrette misure di gestione fra le quali:

  • La definizione al più presto della capacità di carico antropicoper ciascuna spiaggia;
  • La realizzazione di materiale informativo con le disposizioni da adottare (rispetto distanza fra ombrelloni o asciugamani, utilizzo dispositivi sanitari, …) e l’adeguata distribuzione;
  • La previsione, accanto alle misure prettamente sanitarie, anche di indicazioni di carattere ambientale(sacchetti per il recupero della plastica abbandonata in spiaggia, informazioni per l’eventuale individuazione di tracce di ovodeposizione di tartarughe marine e così via);
  • La predisposizione diluoghi di sanificazione in prossimità delle spiagge (serbatoi con acqua e disinfettante);
  • La definizione di adeguati piani di mobilità con aree di parcheggio controllatee a numero chiuso che filtrino e regolamentino il flusso di bagnanti alle spiagge, con particolare attenzione alla mobilità fossil free (ciclabili temporanee, stalli sorvegliati per bici…);
  • L’individuazione di una task force (volontari, pro loco, protezione civile, ausiliari…) cui affidare il controllo delle presenze in spiaggia superate le quali si possano attivare le forze dell’ordine per vietare l’ingresso alle spiagge;
  • L’adozione in alcune situazioni di pratiche di delimitazione e prenotazione degli spazi alla stregua di quanto fatto in altre situazioni facendo ricorso ad app di prenotazione.