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SPESA ALIMENTARE ONLINE, IL COVID HA SPINTO I CONSUMATORI DUE ANNI AVANTI

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Il Covid-19 ha spinto gli italiani due anni avanti nella spesa alimentare online, che oggi in Italia copre il 3% delle vendite di generi alimentari

Sabrina Bergamini

La spesa alimentare online ha ricevuto una grande spinta dalla pandemia. Fra i molteplici effetti del coronavirus, quarantena e lockdown hanno portato più consumatori sull’e-commerce. Anche la spesa alimentare si è spostata in parte online.

La società di consulenza Bain & Company stima che in Italia il canale online rappresenti ora almeno il 3% delle vendite alimentari, con una quota raddoppiata rispetto al periodo precedente la pandemia. Il settore alimentare può puntare sull’e-commerce.

Il Covid-19, dice la società, «ha catapultato gli italiani un paio di anni in avanti» nella spesa online.

 

Spesa alimentare online, accelera la transizione digitale

Già da due decenni la spesa di generi alimentari si sta spostando progressivamente sull’online. Una tendenza che si è fatta largo piano, considerato che sull’online finora è stato più agevole comprare prodotti e servizi diversi, dai libri alla tecnologia alla moda.

Riempire il carrello della spesa è infatti un gesto che rimanda ai mercati di quartiere, ai supermercati, ai negozi di vicinato – che durante la quarantena hanno conosciuto spesso una seconda vita. Ma l’emergenza Covid ha spostato molti consumatori sull’online anche per l’acquisto di cibo e ha accelerato la transizione digitale, spiegano da Bain & Company.

«Negli Stati Uniti, in Germania, Francia, Regno Unito e Italia, si stima che nel 2020 ci saranno circa 350 milioni di ordini di generi alimentari online in più rispetto al 2019, con un apporto delle vendite attraverso questo canale di circa 36 miliardi di dollari all’anno».

“Il Covid ha catapultato i consumatori un paio di anni in avanti”

È un cambiamento di abitudini e di attitudini per i consumatori. Ed è anche una sfida per l’industria, perché per la maggioranza dei negozi di generi alimentari «le consegne a domicilio sono strutturalmente meno redditizie delle transazioni fisiche e, in molti casi, gli ordini sono in perdita».

La previsione della società è che in Italia il canale online copra ora il 3% delle vendite alimentari e che ci sia stata una decisa accelerazione durante la quarantena.

«In Italia il canale online rappresenta oggi almeno il 3% delle vendite alimentari, con una quota raddoppiata rispetto a prima della pandemia. In pratica, l’accelerazione legata al Covid-19 ha catapultato i consumatori un paio di anni in avanti in termini di abitudini d’acquisto – commenta Andrea Petronio, Partner di Bain & Company – Questo modello si consoliderà? Nel breve termine, ciò dipende da diversi fattori, come la qualità della shopping experience, l’offerta di prodotti freschi, la capacità di evadere gli ordini in modo affidabile e veloce, la rapidità di rilascio delle restrizioni antiCovid».

E per il futuro?

La transizione potrebbe essere anche più marcata nell’ipotesi di nuove chiusure mentre, in situazione più tranquilla, potrebbe portare l’online a coprire fino al 6% della spesa alimentare.

La società avanza una stima di crescita nella (malaugurata) ipotesi di una seconda forte ondata. «Se si verificasse una seconda ondata della pandemia da Covid-19, e se il vaccino non fosse pronto prima della metà del 2021, il contesto incoraggerebbe ulteriormente i consumatori alla spesa online – è l’ipotesi – In questo scenario, la penetrazione della spesa online potrebbe toccare, nei prossimi cinque anni, quota 8-9% in Italia. 6-7% invece se il ritorno alla normalità sarà più rapido».