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SHOPPING ONLINE IN PANDEMIA, COME I CONSUMATORI HANNO CAMBIATO ABITUDINI

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Dallo scoppio della pandemia il 43% dei consumatori a livello globale ha fatto più spesso shopping online. Ma questo andamento è diverso a seconda dei paesi. In Italia si arriva al 48%. Ma c’è anche chi ha ridotto gli acquisti online

Sabrina Bergamini

Con lo scoppio della pandemia i consumatori hanno fatto più spesso shopping online. Ma quanto spesso? E vale per tutti i consumatori, in tutti i paesi? In realtà la spinta verso lo shopping online non c’è stata in tutti i paesi allo stesso modo. A livello globale il 43% dei consumatori intervistati afferma di fare acquisti online più spesso dall’inizio della pandemia.

 

Una percentuale analoga, pari al 42%, dice di comprare online come prima. Il 15% afferma di rivolgersi meno di prima allo shopping online.

In Italia la percentuale di chi fa shopping online più di prima si allinea alla media globale e si attesta al 48%. In Europa, per dire, ci sono paesi in cui questo cambiamento è meno marcato, come la Francia, dove solo il 29% dei consumatori risponde di aver intensificato lo shopping online dopo la pandemia. E anche la Germania si ferma al 31%, mentre in Gran Bretagna questa percentuale sale al 55%.

Shopping during the pandemic

I dati vengono dall’indagine internazionale Ipsos “Shopping during the pandemic” e sono il focus sullo shopping online di una più ampio sondaggio che esplora il cambiamento delle abitudini di acquisto dei consumatori presso i piccoli negozi e ristoranti durante la pandemia Covid-19.

«A livello globale, – sintetizza Ipsos – i consumatori di tutto il mondo riferiscono di mangiare meno frequentemente al ristorante e fare più spesso acquisti online rispetto alla situazione pre-pandemica. Tuttavia, gli acquisti effettuati a livello locale – da agricoltori, produttori, imprese e ristoranti locali – risultano essere sostanzialmente invariati rispetto a prima della pandemia».

Shopping online in pandemia, il confronto

Guardando allo shopping online, che in diversi casi rappresenta un’abitudine di acquisto accelerata dalla pandemia e dalla digitalizzazione “forzata”, emerge che a livello globale il 43% dei consumatori risponde di fare acquisti online più spesso da quando è scoppiata la pandemia.

La tendenza va poi declinata a livello di singole aree e paesi e lascia immaginare che le abitudini siano cambiate, ma non tutte nella stessa direzione. In alcuni paesi, ad esempio, c’è una percentuale non piccola di consumatori che compra meno online.

«Il Nord America – spiega Ipsos – guida l’aumento globale della frequenza degli acquisti online, con la metà dei consumatori che dichiara di fare acquisti online più spesso. L’America Latina mostra la seconda percentuale più alta di consumatori che segnalano un aumento dello shopping online (46%), ma anche la percentuale più alta di coloro che segnalano una diminuzione (25%), suggerendo un cambiamento drastico delle abitudini, ma non tutte in la stessa direzione».

L’Italia si trova in una posizione molto vicina alla media globale. Il 9% dei consumatori in Italia risponde di fare shopping online meno spesso rispetto allo scoppio della pandemia, mentre il 48% dichiara di aver aumentato la frequenza dello shopping online.

Shopping online e reddito

C’è anche un discrimine legato al reddito. Lo shopping online aumenta di più fra le famiglie a reddito elevato.

«I consumatori con un reddito più elevato (49%) dichiarano di aver fatto acquisti online più frequentemente dall’inizio della pandemia – rispetto ai consumatori con un reddito più basso (37%) – sottolinea Ipsos – L’accesso e la disponibilità di metodi di pagamento per gli acquisti online potrebbero aver contribuito a questa disparità».