Il monitoraggio è stato svolto per accertare la regolarità del servizio di ristorazione scolastica nelle scuole di ogni ordine e grado, dagli asili nido fino agli istituti superiori
18 Dicembre 2019 Elena Leoparco
Violazioni penali e amministrative e sanzioni per un totale di 204 mila euro. È questo il bilancio consuntivo dell’attività di controllo svolta, con l’inizio dell’anno scolastico, dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute sui servizi di ristorazione e sulle imprese di catering assegnatari della gestione mense presso gli istituti scolastici.
I risultati del monitoraggio sulla ristorazione scolastica
L’esecuzione delle attività ispettive, in corso da settembre, ha interessato l’ispezione di 968 aziende di ristorazione collettiva operanti all’interno di mense scolastiche, di cui 198 hanno evidenziato irregolarità, determinando la contestazione di 25 violazioni penali e 247 amministrative alle normative nazionali e comunitarie.
Nei casi più gravi, l’attività di controllo ha portato alla sospensione dell’attività o il sequestro di 21 imprese di catering (valore economico stimato in circa 3 milioni di euro) per rilevanti carenze igienico-sanitarie e strutturali.
Il monitoraggio è stato svolto per accertare la regolarità del servizio mensa nelle scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private, partendo dagli asili nido fino agli istituti superiori. In particolare, i carabinieri hanno verificato le condizioni d’igiene nei locali di lavoro e la detenzione degli alimenti, la qualità e la salubrità degli alimenti somministrati, non trascurando la regolarità delle maestranze impiegate ed il possesso di adeguata qualifica e preparazione professionale.
I controlli sul cibo
Durante i controlli sono stati sequestrati oltre 900 kg di derrate alimentari (carni, formaggi, frutta ed ortaggi, olio) prive di tracciabilità, custoditi in cattive condizioni sanitarie e in ambienti inadeguati nonché destinati all’impiego nelle pietanze sebbene di qualità inferiore a quanto previsto.
Infatti le violazioni penali più ricorrenti contestate ai 27 gestori e titolari delle imprese sono relative alla frode ed alle inadempienze in pubbliche forniture, alla detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione ed a inottemperanze alla normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro.
Gli accertamenti dei NAS rilevano, nei casi di irregolarità, il ripetuto impiego fraudolento di prodotti di minore qualità merceologica rispetto a quella pattuita e dichiarata nei contratti di fornitura stipulati con i Comuni, al fine di trarre un illecito profitto lucrando sulla differenza di costo della materia prima utilizzata nella preparazione dei pasti.
Frequentemente sono gli alimenti DOP o biologici (formaggi, olio extravergine, prosciutto) ad essere sostituiti con altri di minore valore economico che, pur non presentando criticità igieniche, non posseggono alcuna denominazione di origine. Ulteriori controlli hanno evidenziato l’utilizzo di carne o vegetali surgelati/congelati in luogo di quelli freschi dichiarati in contratto.
Le infrazioni amministrative
La maggioranza delle infrazioni riguarda invece l’ambito amministrativo come le carenze strutturali e impiantistiche dei locali impiegati alla preparazione dei pasti, la mancata attuazione dell’autocontrollo e della tracciabilità degli alimenti, questi ultimi fondamentali per prevenire possibili episodi di intossicazione, ancor più diffusivi nelle fasce sensibili delle utenze scolastiche.
Non mancano, inoltre, situazioni di mancata indicazione nei menù esposti all’utenza circa la presenza degli allergeni e di aree di cucina dove avveniva la preparazione dei alimenti per diete “speciali” in modo indistinto con le pietanze convenzionali, rappresentando un potenziale rischio di contaminazione crociata di sostanze altamente allergizzanti per alunni sensibili a causa di condizioni patologiche.