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STOP A COSTI OCCULTI NELLE RICARICHE TELEFONICHE

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di Gabriella Lax

Per Tim, Vodafone e Wind Tre arriva la diffida dell’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom). L’oggetto del contendere, dopo le denunce delle associazioni dei consumatori, è relativo alle pratiche delle ricariche “speciali”. Dal prezzo della ricarica venivano scalati, infatti, uno o due euro per promozioni non richieste addebitate come costo di ricarica.

Tre delibere contro i costi di ricarica

 

In tre diverse delibere pubblicate (n. 500/19/CONS per la Wind Tre S.p.A., in relazione all’offerta a “Ricarica special”; n. 499/19/CONS alla società Vodafone Italia S.p.A., in relazione all’offerta denominata “Giga ricarica”; n. 498/19/CONS alla società Tim S.p.A., in relazione all’offerta denominata “Ricarica+”) l’Authority ha accolto i ricorsi presentati dalle associazioni di consumatori contro le tre compagnie telefoniche accusate di applicare costi occulti sulle ricariche telefoniche di importo basso. Ricordiamo che è stat ala legge Bersani, nel lontano 2007, ad eliminare il costo sulle ricariche.

Nel documento pubblicato l’Agcom invita gli operatori telefonici che offrono ricariche “speciali” da 5 e 10 euro (Tim, Wind e Vodafone) a bloccare la pratica e ripristinare la situazione precedente. Una vittoria per le Associazioni dei consumatori, con esposti che sono arrivati fino all’Antitrust, e ora anche l’Agcom ha preso una posizione ufficiale a tutela degli utenti.

Ricariche, i motivi della denuncia

Tutto parte dal fatto che le tra società telefoniche avevano immesso sul mercato ricariche particolari, applicando, così come viene contestato da Agcom, una sorta di di costo di ricarica. Quindi, in caso di ricariche da 5 e 10 euro, Tim, Vodafone e Wind Tre erogavano soltanto 4 e 9 euro di credito effettivo e, senza il consenso dell’utente, trattenevano un euro dai tagli di ricarica più economici dando in cambio servizi e opzioni aggiuntive non richiesti.

Solo 30 giorni per tornare indietro

Nella sua decisione, l’Autorità afferma «Nel corso dell’istruttoria, è stato accertato che le ricariche standard da 5 e 10 euro non sono più disponibili presso i rivenditori autorizzati (tabaccherie, bar, edicole, ecc.) – ne consegue – che l’utente che si rivolge a tali canali di vendita per richiedere uno di tali tagli di ricarica (quelli, vale la pena rimarcare, più richiesti dalle categorie di utenti con minore capacità di spesa) è costretto a ricorrere – alle ricariche speciali o – a scegliere tagli di ricarica di importi superiori».

Insieme alla diffida Agcom ha imposto agli operatori di tornare alla modalità di ricarica standard sui tagli più economici che interessano prevalentemente le categorie di consumatori con una minore capacità di spesa. Le compagnie telefoniche avranno quindi 30 giorni per adottare una modalità di ricarica che non comporti l’attivazione di pacchetti o opzioni tariffarie.

Vodafone promette di adeguarsi

La prima risposta è arrivata da Vodafone. La società afferma che «a partire da gennaio 2020 reintrodurrà i tagli di ricarica da 5 e da 10 euro, con solo traffico telefonico, presso i tabaccai, bar, edicole e ricevitorie». Nel contesto ha però chiarito che «quando è stato lanciato il prodotto Giga Ricarica sono stati inviati SMS informativi a tutti i clienti che avevano effettuato una ricarica nei canali in cui è stato introdotto». Una mancanza di chiarezza confermata comunque dalle decisioni degli organi chiamati a vigilare.