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SPESA FUORI COMUNE, VIA LIBERA SE IL MOTIVO È RISPARMIARE

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Fare la spesa rientra sempre fra le cause giustificative degli spostamenti, dicono le Faq del Governo. Anche se nel comune vicino ci sono punti vendita che permettono una “maggiore convenienza economica”

Sabrina Bergamini

La spesa fuori comune si può fare, se si deve andare al discount o in un negozio che permette di risparmiare. La «maggiore convenienza economica» rientra fra le motivazioni del fare la spesa, che a sua volta rientra fra le cause giustificative di uno spostamento anche in zona rossa. È quanto emerge dalle ultime Faq del Governo sugli spostamenti consentiti nelle regioni classificate come zona rossa e arancione.

 

Nelle aree che sono invece in giallo, le stesse Faq dicono che si può fare la spesa in un comune diverso da quello in cui si abita purché tutti e due i Comuni si trovino in zona gialla.

Spesa fuori comune, il caso

La questione della spesa fuori comune in effetti si era posta già nel lockdown di primavera. Ed è tornata anche nelle ultime disposizioni che limitano gli spostamenti. Se si è in zona rossa, se si va di solito in un supermercato anche vicino casa ma che si trova nel comune vicino, i limiti della spesa fuori comune non erano ben chiari almeno fino a pochi giorni fa.

Anche perché solo qualche giorno fa la risposta delle Faq era questa: «È possibile spostarsi in altri comuni solo ed esclusivamente per comprovate esigenze lavorative, di necessità o per motivi di salute. Laddove quindi il comune non disponga di punti vendita, o sia necessario acquistare con urgenza generi di prima necessità non reperibili nel comune di residenza o domicilio, lo spostamento è consentito solo entro tali stretti limiti, che dovranno essere autocertificati».

Spesa fuori comune, sì alla maggiore convenienza economica

Ora invece le stesse Faq, alla voce spesa fuori comune, dicono che la spesa rientra fra le cause che giustificano lo spostamento e rimandano anche alla “maggiore convenienza economica” dei punti vendita che rispondono alle proprie esigenze. Cosa che sembra potersi tradurre come un via libera alla spesa al discount nel comune vicino, se lì si trova il punto vendita più economico. Serve però l’autocertificazione.

Questa nel dettaglio la risposta delle Faq alla domanda se si possa fare la spesa in un comune diverso da quello in cui si abita, se si risiede in zona rossa (o arancione).

«Gli spostamenti verso Comuni diversi da quello in cui si abita sono vietati, salvo che per specifiche esigenze o necessità. Fare la spesa rientra sempre fra le cause giustificative degli spostamenti. Laddove quindi il proprio Comune non disponga di punti vendita o nel caso in cui un Comune contiguo al proprio presenti una disponibilità, anche in termini di maggiore convenienza economica, di punti vendita necessari alle proprie esigenze, lo spostamento è consentito, entro tali limiti, che dovranno essere autocertificati».

UNC: una nostra vittoria, si torna alla ragionevolezza

Si torna alla ragionevolezza. Così Massimiliano Dona, presidente UNC, commenta con noi l’aggiornamento delle Faq sulla spesa fuori comune.

«Una nostra vittoria. Avevamo subito denunciato come la faq pubblicata in precedenza fosse troppo restrittiva rispetto a quanto previsto nel Dpcm e al concetto di situazione di necessità, invitando il Governo a fare chiarezza. Di fatto nella precedente Faq si vietava di andare a fare la spesa fuori dal comune salvo per assoluta urgenza. Ora si torna alla ragionevolezza: si può andare a fare la spesa anche nel supermercato dove siamo soliti fare acquisti, anche se è fuori del nostro comune, purché sia in uno limitrofo».