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SCUOLA: ANCHE L’INSEGNAMENTO IN PRE-RUOLO PRESSO GLI ISTITUTI PARITARI CONTA

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di Valeria Zeppilli

Le aule di giustizia continuano a dare delle ottime notizie per i docenti: con le ordinanze numero 2944/2018 e numero 2945/2018 (qui sotto allegate), il Tribunale di Enna ha riconosciuto il diritto degli insegnanti ad ottenere la valutazione del servizio di insegnamento prestato in pre – ruolo in scuola paritaria, ai fini della mobilità, della ricostruzione di carriera e della posizione stipendiale dagli stessi maturata.

 

Le vicende

Il giudice Dott. Stancanelli Eugenio Alberto ha infatti accolto i ricorsi proposti a tal fine in via d’urgenza da due docenti, assistite dagli Avvocati Sara Indovino ed Elenio Mancuso del Foro di Enna, affermando che “non possono residuare dubbi circa l’illegittimità (…) della contestata disposizione di C.C.N.I. che esclude qualsiasi attribuzione di punteggio, in sede di mobilità, per il servizio di insegnamento svolto negli istituti paritari”.

Così argomentando, il Tribunale ha quindi riconosciuto alle due insegnanti il diritto ad ottenere da parte del M.I.U.R., dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia, dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Caltanissetta ed Enna, del Libero Consorzio Comunale di Enna – già Provincia Regionale di Enna e dell’Istituto di Istruzione Superiore “Abramo Lincoln” di Enna, la valutazione del punteggio maturato per il servizio di insegnamento prestato in pre – ruolo presso un istituto di istruzione paritario, in ossequio alla Legge n. 62 del 10.03.2000, al D.L. n. 255 del 3.07.2001, convertito in Legge n. 333 del 20.08.2001 e agli artt. 3 e 97 della Costituzione. Per i giudici, del resto, la mancata attribuzione del punteggio maturato per il predetto servizio in pre – ruolo avrebbe arrecato un pregiudizio irreparabile alla sfera patrimoniale, personale e familiare delle docenti.

L’importanza delle pronunce

Le due pronunce del Tribunale di Enna assumono una particolare importanza nel mondo della scuola, perché, verosimilmente, rappresenteranno la base per delle nuove e importanti interpretazioni su delle fattispecie assolutamente atipiche, oggetto di un ampio dibattito anche politico. Con esse, in sostanza, si è garantita la parità di trattamento tra docenti di provenienza statale e non statale, quindi tra servizi che, nel sistema di istruzione nazionale voluto dalla Legge n. 62/2000, hanno medesime dignità e caratteristiche.