Volano i prezzi di beni alimentari e per la cura della persona: gli unici acquisti che gli italiani potevano effettuare anche durante il lockdown
Prosegue la corsa del carrello della spesa che, secondo i dati provvisori diffusi oggi dall’Istat, registra un aumento del 2,6%.
A spingere verso l’alto la spesa sono i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, gli unici acquisti che gli italiani potevano effettuare anche durante il lockdown: da febbraio ad oggi sono aumentati di 8,6 volte. Da un rialzo annuo registrato a febbraio dello 0,3%, sono più che triplicati a marzo, segnando un +1%, saliti al 2,5% di aprile, per attestarsi ora a +2,6%.
Inflazione in calo
L’inflazione registra un lieve calo dello 0,1% sia su base mensile sia su base annua (la variazione tendenziale era nulla nel mese precedente).
La flessione tendenziale dell’indice generale dei prezzi al consumo è imputabile prevalentemente alla dinamica dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati, che accentuano il loro calo (da -7,6% a -12,2%).
L’Istat tiene a precisare che le stime preliminari degli indici dei prezzi al consumo di maggio sono state elaborate nel contesto dell’emergenza sanitaria dovuta al diffondersi del Coronavirus in Italia, con la sospensione di attività di ampi segmenti dell’offerta di beni e servizi di consumo.
Codacons, rincari incontrollati per beni alimentari e per la cura della persona
Le associazioni dei consumatori si dicono preoccupate e sottolineano il marcato rialzo dei beni alimentari e per la cura della persona nel periodo del lockdown.
Il Cododacos fa notare che gli aumenti del carrello della spesa comportano un aggravio di 206 euro in media a famiglia su base annua.
“La prova delle speculazioni è data dal crollo dei prezzi dei carburanti, che avrebbe dovuto portare ad una generalizzata riduzione dei listini nel comparto alimentare, i cui prodotti come noto viaggiano sui gomma – commenta Carlo Rienzi, presidente del Codacons– Attendiamo ora l’intervento dell’Antitrust che, a seguito di esposto Codacons, ha aperto una indagine specifica sui prezzi dei prodotti alimentari, dopo i rincari speculativi denunciati dall’associazione”.
Il portafoglio delle famiglie
L’analisi dell’Unione Nazionale Consumatori evidenzia che per una coppia con due figli, la famiglia tradizionale di una volta, in teoria la deflazione dovrebbe portare ad una riduzione della spesa di 95 euro, ma in pratica, “visto che gli italiani non hanno potuto sfruttare il risparmio di 229 euro per la voce trasporti, quello che incide è solo il carrello della spesa, che implica un aumento del costo della vita, per i soli acquisti di tutti i giorni, di 220 euro su base annua, 206 euro per gli alimentari”.
Per una coppia con 1 figlio, la tipologia di nucleo familiare ora più diffusa in Italia, il rialzo per le compere quotidiane è di 193 euro, 180 euro per il cibo, per una famiglia media sono, rispettivamente, 160 e 150 euro.
Per un pensionato con più di 65 anni, sono 101 euro per le spese obbligate del carrello e 96 euro per i beni alimentari.