Continuano rincari beni alimentari (+2,5%). Associazioni dei consumatori: “Le famiglie devono fare i conti con una spesa che aumenta di 195 euro l’anno”
L’inflazione continua a registrare segno negativo su base annua, ma proseguono i rialzi per il carrello della spesa e il settore alimentare. Lo afferma l’Istat che ha pubblicato oggi i dati relativi all’indice nazionale dei prezzi al consumo per il mese di giugno 2020.
I dati Istat su rincari beni alimentari
Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, a determinare l’inflazione negativa per il secondo mese consecutivo sono i prezzi dei Beni energetici (-12,1%) che hanno registrato una flessione sia nella componente regolamentata (-14,1%) sia in quella non regolamentata (-11,2%).
Per contro, i prezzi dei Beni alimentari continuano a crescere (+2,5%), con un’accelerazione di quelli degli Alimentari non lavorati (da +3,7% di maggio a +4,1%) e un lieve rallentamento dei prezzi degli Alimentari lavorati (da +1,7% a +1,5%).
Rallentano di poco i prezzi dei Beni per la cura della casa e della persona (da +2,4% di maggio a +2,3%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto tornano a crescere (da una variazione nulla a +0,2%).
Rincari beni alimentari non sono rientrati
I rialzi registrati per tali categorie di prodotti preoccupano non poco le associazioni dei consumatori, con il Codacons che stima una ricaduta sulle famiglie pari a 195 euro in più di spesa rispetto al 2019.
“L’inflazione è mantenuta bassa dall’andamento dei beni energetici, ma i consumatori continuano a subire rincari per una moltitudine di prodotti” – spiega il presidente Carlo Rienzi- L’incremento dei prezzi del comparto alimentare e del carrello della spesa non trova alcuna giustificazione, e il trend al rialzo è trainato dai rincari registrati durante il lockdown e che, come temevamo, non sono rientrati con la riapertura delle attività nella fase 3” – conclude Rienzi.
Stangata sul carrello della spesa
Per l’Unione Nazionale Consumatori è evidente come la recessione provocata dall’emergenza Covid sta assumendo con chiarezza i connotati di un’emergenza economica che mette i “consumi al palo”, con il carrello della spesa che continua a pesare in maniera determinante sulle tasche degli italiani.
“Per una coppia con due figli, la famiglia tradizionale di una volta, il carrello a +2,3% significa avere un aumento del costo della vita, per i soli acquisti di tutti i giorni, di 207 euro su base annua, 195 euro per gli alimentari”, sottolinea Massimiliano Dona, presidente di UNC.
Per una coppia con 1 figlio, la tipologia di nucleo familiare ora più diffusa in Italia, il rialzo è di 188 euro per le compere quotidiane, 175 euro per il cibo, per una famiglia media sono, rispettivamente, 155 e 145 euro. Per un pensionato con più di 65 anni, sono 100 euro per le spese obbligate dei beni alimentari e per la cura della casa e della persona e 95 euro per i beni alimentari.