Un debito da 150 milioni di euro, lo stop imposto da Consip e un’inchiesta aperta dalla Procura di Genova. È questa la situazione in cui verte attualmente la società di ticket restaurant “Qui! Group”, molto diffusi tra i dipendenti della Pubblica Amministrazione. Negli ultimi tempi, spendere i buoni pasto della Qui! Group è diventato praticamente impossibile: una folta schiera di esercenti, infatti, stanchi di non esser rimborsati dalla società, ha deciso di non accettarli, rendendo il loro valore pari a quello della carta straccia.
Considerando che il valore di un buono pasto è di 7 euro e si lavora in media 20 giorni al mese, ogni lavoratore dei circa 100 mila interessati, rischia di rimetterci 140 euro, una cifra che per chi guadagna meno rappresenta il 10% dello stipendio.
Mentre sindacati e associazioni premono perché a pagare le conseguenze di questa situazione non siano i lavoratori, il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, è intervenuta affermando che: “Saranno individuate in tempi brevi soluzioni idonee a tutelare i dipendenti e porre rimedio a questa situazione che reputo intollerabile”. E ha aggiunto: “Ho già sensibilizzato le strutture tecniche competenti per avere un approfondimento sulle cause e le responsabilità di quanto accaduto”. Lo stesso ministro, lunedì pomeriggio ha fatto sapere con una nota: “Entro i primi giorni di agosto ci sarà un nuovo fornitore che erogherà i buoni pasto”.
“Ci complimentiamo con il ministro per il tempismo”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Non basta, comunque, sostituire la società inadempiente. Bisogna anche indennizzare i lavoratori che possiedono i ticket emessi da Qui! e che ora sono diventati carta straccia. Attendiamo, quindi, provvedimenti ulteriori”, conclude Dona, che nei giorni scorsi aveva chiesto un incontro urgente con il Governo, riservandosi di intraprendere una class action contro la Pubblica Amministrazione in caso di violazione dei diritti dei dipendenti.
Anche il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ritiene che “Se non saranno trovate soluzioni immediate al problema, saranno inevitabili le azioni legali del Codacons contro chi non accetterà i buoni pasto e contro la società erogatrice, a tutela dei titolari dei ticket economicamente danneggiati”.