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QUANTO È DIGITALE IL TUO PAESE? LA UE MIGLIORA, L’ITALIA È ANCORA INDIETRO

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L’Europa va avanti sulla strada della digitalizzazione, ma segue diverse velocità. Da una parte ci sono i paesi top, quelli che sono fra i leader mondiali di prestazioni e competenze digitali: Danimarca, Svezia, Finlandia e Paesi Bassi. Dall’altra ci sono paesi che hanno ancora molta strada da fare per aumentare il proprio indice di digitalizzazione. Fra questi c’è l’Italia, che nella classifica europea della digitalizzazione si piazza al 25° posto fra 28 Stati. L’Europa, dice la Commissione europea, ha bisogno del mercato unico digitale per aumentare le sue prestazioni digitali.

 

E dunque, quanto è digitale il tuo paese? Questa la domanda cui risponde l’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (Desi) che rileva i progressi compiuti dagli Stati europei in termini di digitalizzazione e misura connettività (reti fisse e mobili a banda larga e relativi prezzi), uso di internet e competenze digitali avanzate e di base, uso dei servizi internet, ecommerce e digitalizzazione delle imprese, eGovernment e sanità digitale. Oggi la Commissione europea ha pubblicato i risultati dell’Indice Desi 2018, strumento che monitora le prestazioni degli Stati membri in termini di connettività digitale, attività online relative alle competenze digitali, digitalizzazione delle imprese e servizi pubblici digitali. Ed ha evidenziato che la Ue sta diventando più digitale, ma i progressi compiuti non ancora sono sufficienti per consentire all’Europa di raggiungere i leader globali e ridurre le differenze tra gli Stati membri. “Ciò richiede un rapido completamento del mercato unico digitale e maggiori investimenti nell’economia digitale e nella società”, dice la Commissione europea.

Sostiene Andrus Ansip, vicepresidente per il mercato unico digitale: “Si tratta di un cambiamento, seppur piccolo, nella giusta direzione digitale. Nel suo complesso, l’UE sta facendo progressi ma non ancora abbastanza. Nel frattempo, paesi e regioni di tutto il mondo stanno migliorando più velocemente. Per questo dovremmo investire di più nel digitale e completare al più presto il mercato unico digitale: per potenziare le prestazioni digitali dell’Europa, fornire connettività di prima classe, servizi pubblici online e un fiorente commercio elettronico.”

Nell’ultimo anno la Ue ha migliorato le sue prestazioni digitali e il divario fra paesi più e meno digitalizzati si è leggermente ridotto. La classifica dice che Danimarca, Svezia, Finlandia e Paesi Bassi hanno ottenuto il punteggio più alto nel Desi 2018 e sono tra i leader mondiali nella digitalizzazione. Seguono Lussemburgo, Irlanda, Regno Unito, Belgio ed Estonia. Irlanda, Cipro e Spagna sono i paesi che hanno fatto più progressi negli ultimi quattro anni. Altri paesi dell’Unione hanno invece ancora una lunga strada da percorrere e l’Ue  nel suo complesso deve migliorare per essere competitiva sulla scena mondiale. L’evoluzione nel tempo evidenzia che la Ue a 28 complessivamente è migliorata ma rimane indietro rispetto allo stato digitale degli Usa, del Giappone, dei “top 4” europei e della Corea.

E l’Italia? Non buona la posizione del Paese, al quart’ultimo posto in classifica. La fotografia della digitalizzazione italiana è scattata dal focus per il paese, dove si legge: “L’Italia si posiziona al 25° posto fra i 28 Stati membri dell’Ue. Nel corso dell’ultimo anno ha fatto registrare nel complesso un miglioramento, pur se la sua posizione nella classifica Desi è rimasta invariata. L’integrazione delle tecnologie digitali e i servizi pubblici digitali rappresentano i principali catalizzatori del progresso digitale a livello nazionale. Un altro segnale positivo è offerto dalle prestazioni in termini di copertura delle reti NGA, che appaiono in fase di recupero (dal 23° posto del 2016 al 13° del 2017). Come negli anni precedenti, la sfida principale è rappresentata dalla carenza di competenze digitali: benché il governo italiano abbia adottato alcuni provvedimenti al riguardo, si tratta di misure che appaiono ancora insufficienti. Le conseguenze risultano penalizzanti per la performance degli indicatori Desi sotto tutti e cinque gli aspetti considerati: diffusione della banda larga mobile, numero di utenti Internet, utilizzo diservizi online, attività di vendita online da parte delle PMI e numero di utenti eGovernment. Le prestazioni dell’Italia si collocano all’interno del gruppo di paesi dai risultati inferiori alla media”.