In Italia quest’anno 473 mila poveri non hanno potuto acquistare i farmaci di cui avevano bisogno per ragioni economiche. Le famiglie con figli sono penalizzate: una su cinque è costretta a rinunciare o limitare le cure. I dati dell’Osservatorio sulla Povertà sanitaria
Povertà sanitaria significa che non si hanno i soldi per curarsi. Non si possono comprare farmaci. Si deve rinunciare alle cure, o limitarsi a quelle che proprio non si possono evitare. Il dentista, per esempio, diventa un lusso. Se in famiglia ci sono bambini, poi, è più facile che ci si ritrovi a rinunciare a qualche visita e a qualche accertamento per mancanza di denaro.
È il quadro impietoso che viene fotografato dal Rapporto sulla povertà sanitaria presentato oggi a Milano. Due dati su tutti. In Italia quasi mezzo milione di persone non possono curarsi e comprare medicinali per ragioni economiche. Le famiglie con figli sono le più penalizzate. Tutte: sia quelle che si trovano in una condizione di povertà sia quelle che se la cavano. Una su cinque è costretta comunque a rinunciare ad alcune cure o a limitare la spesa sanitaria per motivi economici.
Povertà sanitaria: 473 mila poveri non si possono curare
I dati vengono dal 7° Rapporto – Donare per curare: Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci, promosso dalla Fondazione Banco Farmaceutico onlus e BFResearch e realizzato dall’Osservatorio sulla Povertà Sanitaria (organo di ricerca di Banco Farmaceutico).
I numeri impietosi dicono che quest’anno in Italia 473 mila poveri non hanno potuto acquistare i farmaci di cui avevano bisogno per ragioni economiche.
La richiesta di medicinali da parte degli enti assistenziali è cresciuta, in 7 anni (2013-2019) del 28%. Nel 2019, si è raggiunto il picco di richieste, pari a 1.040.607 confezioni di medicinali (+4,8% rispetto al 2018). I farmaci che più servono sono quelli per il sistema nervoso (18,6%), per il tratto alimentare e metabolico (15,2%), per l’apparato muscolo-scheletrico (14,5%) e per l’apparato respiratorio (10,4%). Servono, inoltre, presidi medici e integratori alimentari.
Oltre 12 milioni limitano spesa per visite mediche: si fa meno prevenzione
Le difficoltà però non riguardano solo gli indigenti. In Italia 12 milioni e 634 mila persone almeno una volta nel corso dell’anno hanno limitato per ragioni economiche la spesa per visite mediche e accertamenti periodici di controllo preventivo.
Significa rinunciare al dentista, alla mammografia, al pap-test e alla prevenzione. E questo ha anche una conseguenza aggiuntiva in termini di denaro che il rapporto sintetizza così: «i poveri spendono più soldi in farmaci perché fanno meno prevenzione».
«Ogni persona spende, in media, 816 euro l’anno per curarsi, mentre i poveri solo 128; tuttavia, le famiglie non povere spendono per i farmaci non coperti dal Servizio Sanitario Nazionale il 42% del proprio budget sanitario, mentre quelle povere il 62,5%. Questo, perché possono investire meno in prevenzione».
Le famiglie con bambini hanno più difficoltà
L’altro grande fenomeno riguarda le difficoltà aggiuntive che vivono le famiglie con bambini.
«A 30 anni dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia (New York, 20 novembre 1989), che riconosce al minore il diritto “di godere del miglior stato di salute possibile” (art. 24), c’è ancora tanto lavoro da fare: in Italia, le famiglie con minori (sia quelle povere, sia quelle non povere) sono penalizzate rispetto all’accesso alle cure e, per ragioni economiche, sono costrette a perseguire strategie di rinuncia o di rinvio delle cure in misura superiore alle altre», denuncia Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus.
Invece di essere aiutate, le famiglie povere con figli minorenni vivono difficoltà aggiuntive rispetto alle altre: in oltre quattro casi su dieci (40,6% vs 37,2% delle famiglie povere senza figli), per ragioni economiche, hanno limitato la spesa per visite mediche e accertamenti periodici di controllo preventivo.
Le difficoltà sono superiori anche per le famiglie non povere con figli: ha limitato la spesa o rinunciato del tutto il 20,7% di esse rispetto alle famiglie non povere senza figli (18,3%).
Le famiglie con figli sono insomma penalizzate, sia che versino in condizioni difficili sia che se la cavino: oltre una su cinque, il 22,9% delle famiglie con figli, ha infatti limitato la spesa o rinunciato alle cure, contro il 19,2% di quelle senza figli.
Il dentista è un lusso
Sui denti passa poi il confine fra quanti possono investire dei soldi per curarsi e quanti invece sono costretti a rinunciare. Le famiglie povere possono spendere per il dentista e per i servizi odontoiatrico solo 2,19 euro al mese, contro 31,16 euro del resto della popolazione.
Le famiglie povere, aggiunge il rapporto, possono spendere solamente 0,79 euro al mese per l’acquisto di articoli sanitari (contro 4,42 euro del resto della popolazione), 1,30 euro per le attrezzature terapeutiche (vs. 12,32), 4,61 euro per i servizi medico ospedalieri (vs. 19,10) e 1,31 euro per i servizi paramedici (vs. 9,35 euro).
Tutto questo in una situazione in cui la quota di spesa sanitaria del tutto a carico dei cittadini è aumentata. Quella non coperta dal Servizio sanitario nazionale è infatti passata, tra il 2016 e il 2018 dal 37,3% al 40,3%. Contestualmente, la quota coperta dal SSN è passata dal 62,7% al 59,7%.