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PARRUCCHIERI ED ESTETISTI, ECCOME COME POTREBBE CAMBIARE LA BELLEZZA DOPO IL LOCKDOWN

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La bellezza dopo il lockdown dovrà riorganizzarsi. I cambiamenti possibili per parrucchieri ed estetisti: più e-commerce, booking economy, orari serali e prezzi più alti

Sabrina Bergamini

Nei sogni proibiti di chi è immerso nella quarantena c’è forse una seduta dal parrucchiere, un appuntamento dall’estetista, un trattamento di bellezza. Anche prendendosi cura di sé, infatti, il risultato non è mai uguale a quello che si ottiene con una piega fatta da mani esperte. Allora ecco che alla riapertura saranno in molti coloro che vorranno “darci un taglio” in tutti i sensi, compreso quello di cambiare look o di ritrovare l’aspetto perduto del tempo andato. Come si organizzeranno parrucchieri ed estetisti dopo il coronavirus? Bellezza e post lockdown potranno andare d’accordo?

 

Come cambierà l’esperienza dal parrucchiere e come ci si potrà garantire un appuntamento in sicurezza dall’estetista sono domande che riguardano sia i clienti sia i saloni, che dovranno riorganizzare tempi, spazi e forse anche prezzi. A dare qualche indicazioni sui possibili cambiamenti del settore beauty alla riapertura dei saloni è Uala (www.uala.it), sito e applicazione dedicato al mondo beauty e wellness, che svela i risultati del suo Osservatorio sui comportamenti e le aspettative di consumatori, professionisti e aziende del settore beauty nella nuova normalità.

La bellezza dopo il lockdown, le tendenze

Probabilmente gli ingredienti della bellezza dopo il lockdown saranno e-commerce per i prodotti preferiti, appuntamenti in orari più elastici e anche la sera, coworking fra più saloni e forse qualche aumento di prezzo. Prenotazione online e via app per piega e manicure e prezzi diversi a seconda della fascia oraria, con un ritocco al rialzo se si vuole andare di venerdì o sabato – i giorni più gettonati.

E-commerce, booking economy, orari serali e nuovi prezzi sono le possibili tendenze che emergono dal sondaggio fatto da Uala su oltre 3 mila utenti italiani, confrontato con le risposte di oltre 250 gestori di saloni e di una selezione di manager di aziende beauty nel tentativo di capire con quale realtà ci si dovrà confrontare.

Parrucchieri ed estetisti, più e-commerce

La bellezza post lockdown parte, come altri settori, dal potenziamento dell’e-commerce, che durante la quarantena si è rafforzato in molti settori.

«Una cosa è certa: il coronavirus non ha fermato il desiderio di bellezza», dice il sondaggio, dal quale emerge che l’84% degli italiani anche durante la quarantena si è preso cura di sé. Di questi, il 29% ha comprato prodotti professionali su indicazione del professionista di fiducia, acquistati online sui siti ufficiali dei produttori o su siti multibrand. Probabilmente molti continueranno a comprare i prodotti preferiti, nel prossimo futuro, direttamente dall’e-commerce del salone di bellezza. Da qui l’importanza della vendita online dei prodotti.

«L’indagine evidenzia infatti una certa reticenza del settore rispetto all’innovazione, che rischia di essere la grande sfida persa dai saloni di bellezza nella fase 2», dice Giampiero Marinò, COO di Uala.

Solo il 33% dei saloni in Italia attualmente considera il canale online come imprescindibile dopo il lockdown. Il 34% è ancora indeciso e il 33% è contrario o lo considera solo uno strumento temporaneo.

«Invece la nuova normalità, che ha già accelerato il passo della digitalizzazione su vari fronti, imporrà probabilmente ai saloni di presidiare anche questo ambito e di recuperare così parte del fatturato – dice Marinò – In poche parole, avverrà qualcosa di simile a quello che accade già per l’abbigliamento in cui molti utenti provano negli store gli indumenti e poi finalizzano online l’acquisto, in modo veloce e sicuro».

Prenotare online parrucchieri ed estetisti

L’altro cambiamento possibile punta alla booking economy. Non si potrà affollare il salone per la piega né condividere i servizi estetici, quindi l’unico modo per assicurarsi un appuntamento sarà la prenotazione, meglio ancora se online.

«Il 66% dei clienti dichiara infatti di aver intensificato l’utilizzo di strumenti digitali durante il lockdown e vorrebbe poter usufruire in futuro di servizi come la prenotazione online del proprio trattamento di bellezza – dice Uala – Di questi il (19%) sceglierà il proprio salone in base alla sua presenza e prenotabilità online. Ecco allora che controllare l’agenda del parrucchiere da app e prenotare la piega o la manicure da casa, in due click, sarà la base della nuova normalità, così come avviene già per moltissimi altri servizi».

Nuovi orari: taglio e piega anche di sera

Cambiamento è parola d’ordine anche per gli orari, che con un cliente alla volta dovranno essere flessibili. I saloni sono chiamati ad adeguarsi dilatando gli orari di apertura, ridistribuendo i clienti in fasce più ampie della giornata o in giorni meno affollati. Questo significa che forse dovranno aprire anche la sera. Sono infatti le fasce orarie serali quelle preferite dai clienti rispetto alle prime ore del giorno.

«Più della metà degli intervistati (51%) dichiara che sarebbe disposto a recarsi in salone anche dopo le 21, pur di trovare posto – dice il sondaggio di Uala – Meno gettonate le fasce orarie mattutine (es. le 6.30), preferite solo nel 17% dei casi. Il rischio di perdere clienti in caso di gestione inefficace è alto: il 25% degli utenti dichiara che se non troverà posto negli orari che desidera abbandonerà l’idea di recarsi in salone e opterà o per il fai da te o per un salone concorrente. Una richiesta, quella di una maggiore flessibilità, che parrucchieri ed estetiste sembrano già pronti ad accogliere. Il 73% dichiara infatti di essere disposto ad ampliare gli orari di apertura, riorganizzando i turni dei collaboratori, al fine di diluire l’afflusso dei clienti nel corso di tutta la giornata».

Prezzi più alti per i giorni più ambiti

Forse aumenteranno i prezzi. E la piega costerà di più soprattutto se si vuole andare dal parrucchiere il venerdì o il sabato. Il 9% dei saloni ha dichiarato di essere pronto a rivedere al rialzo il proprio listino. La manovra però non è semplice, perché se il 40% degli utenti, pur di garantirsi un posto in salone, si dichiara disponibile ad accettare nuove disponibilità di orario, solo il 4% si dice disposto ad accettare un piccolo sovrapprezzo per garantirsi un posto nelle fasce orarie preferite.

La bellezza dopo il lockdown potrebbe diventare come il settore viaggi, dove gli orari o i giorni più desiderati costano di più.

«Le strategie potrebbero essere due – dice Giampiero Marinò – così come paghiamo di più un aereo o un treno nel weekend, così potremmo vedere maggiorati i costi del trattamento negli orari più ambiti oppure i saloni potrebbero decidere di far spostare la domanda sui giorni generalmente più liberi, anche con promozioni aggressive».

Le promozioni spinte potrebbero funzionare. Il 35% dei clienti dice che sarebbe felice di comprare e pagare in anticipo pacchetti o abbonamenti con sconti interessanti garantendosi trattamenti a prezzi scontati.

L’altra direzione possibile è quella del coworking. Per i piccoli saloni potrebbe essere difficile far rispettare le distanze di sicurezza e gli orari lunghi. Una possibilità potrebbe essere quella di condividere con altri spazi più ampi, con personale più numeroso e fasce orarie allungate.