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ORARI NEGOZI, ASSOCIAZIONI IN AUDIZIONE ALLA CAMERA: SISTEMA REGOLAMENTATO?

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“Siamo favorevoli ad un ritorno a un sistema regolamentato di apertura degli esercizi commerciali”. Così Adiconsum, in audizione alla Commissione attività produttive della Camera, intervenuta sulla liberalizzazione degli orari dei negozi e sulla proposta di rivedere il Salva Italia sulle aperture e chiusure dei negozi di domenica e nei giorni festivi. La Commissione sta infatti svolgendo una serie di audizioni di tutte le forze rappresentative del paese, dai sindacati alle Associazioni del commercio alle Associazioni dei Consumatori, per rivedere la disciplina.

 

“Nel documento presentato alla X Commissione – dichiara Andrea Di Palma, Segretario di Adiconsum nazionale – abbiamo analizzato gli effetti diretti ed indiretti della liberalizzazione degli orari. A 7 anni di distanza dalla liberalizzazione abbiamo constatato che non solo la stessa non ha sortito gli effetti sperati di incentivazione dei consumi, ma ha avuto ricadute negative sia sulle imprese che sulle famiglie. Tra gli effetti diretti annoveriamo la chiusura di molti piccoli esercizi commerciali e il mancato “boom” degli acquisti domenicali, come evidenziato dalle rilevazioni dell’Istat, anche perché il potere d’acquisto delle famiglie, stante la crisi, è rimasto scarso. Tra gli effetti indiretti non possiamo non citare il deterioramento della qualità del tempo “speso” in famiglia”.

“Come Adiconsum – continua Di Palma– siamo favorevoli ad un ritorno ad un sistema regolamentato di apertura degli esercizi commerciali. Il nostro scopo è quello di tutelare i consumatori, di educarli ad un uso responsabile del denaro, ad un consumo consapevole e non al consumismo e di tutelare i piccoli esercizi contrastando in tal modo anche la desertificazione dei centri urbani che rendono le nostre strade più insicure. Sulla regolamentazione – conclude Di Palma – chiediamo l’apertura di un Tavolo con la partecipazione dei rappresentanti dei 3 soggetti interessati: Associazioni dei Consumatori, Sindacati, Associazioni dei Commercianti”.

L’Unione Nazionale Consumatori ribadisce invece la contrarietà a qualunque ipotesi di modifica del Cresci Italia di Monti e a tutte le proposte di legge presentate che mirano a limitare la libertà del commerciante di poter aprire il negozio quando vuole, “ripristinando i Comuni di serie A e B o le vecchie e anacronistiche riunioni con il Sindaco. Sarebbe, infatti, un danno per i consumatori e per i commercianti stessi” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’associazione.

“Abbiamo dimostrato che la crisi dei piccoli negozi non ha nulla a che fare con le aperture domenicali, come strumentalmente le associazioni di categoria vorrebbero farci credere, ma dalla recessione”, prosegue Dona.

“I dati Istat delle vendite al dettaglio che abbiamo presentato oggi sono inequivocabili. Se le famiglie si sono spostate dai negozi di vicinato alla grande distribuzione è solo perché, con la crisi, non riuscendo ad arrivare a fine mese, sono in costante ricerca del prezzo più basso” prosegue Dona.

La liberalizzazione dei negozi è avvenuta solo a fine dicembre 2011. Ma in quell’anno mentre le vendite alimentari salgono dell’1,6% nella grande distribuzione, nei piccoli negozi già scendono dell’1%. Nel 2010 +0,4% la grande distribuzione e -1,4% i piccoli negozi, nel 2009, anno più buio della crisi, anche la grande distribuzione registra un calo dello 0,4%, ma i piccoli negozi subiscono un tracollo del 3,2%, nel 2008 +1,3% per grande distribuzione e -1,7% per piccoli negozi. Nel 2007, invece, prima che la crisi scoppiasse, la grande distribuzione segnava +1% e i piccoli negozi +0,3% e nel 2006, rispettivamente, +1,8% e +0,4%.

“Insomma è la recessione il problema dei piccoli negozi, non certo la libertà di aprire i negozi”, prosegue Dona. “Abbiamo poi citato lo studio dell’Istituto Bruno Leoni che dimostra come in 16 dei 28 Stati membri dell’Unione europea non è presente alcuna limitazione di orario o apertura domenicale”.