La nuova Tari debutta in oltre la metà delle città capoluogo di regione mentre il bonus Tari è quasi ignorato dai comuni. L’indagine del centro studi IRCAF
Quest’anno doveva essere “l’anno della svolta sui rifiuti”, come riscontrato dopo una lunga consultazione con gli addetti e con gli stakeholder per l’applicazione del MTR (Nuovo Metodo Tariffario), come previsto dalla delibera 443/19/R/rif ARERA.
Infatti, i PEF (Piani Economici Finanziari) da predisporre per la raccolta, la gestione e la conseguente determinazione della TARI (tassa rifiuti) o della TARIc (tariffa corrispettiva) suddivise per tipologie di utenze domestiche e non, andavano presentati e deliberati per l’approvazione definitiva di ARERA entro il 30 aprile 2020.
Nuova Tari e sua applicazione
Ma a causa della pandemia Covid-19 le scadenze sono state spostate, con conseguenti proroghe al 30 settembre, poi al 31 ottobre ed infine al 31 dicembre 2020. Questo ha comportato che 9 dei Capoluoghi di regione presi in esame hanno usufruito di questa possibilità, applicando le tariffe del 2019 con l’impegno a presentare il PEF entro fine anno. Se poi il piano sarà conforme alla delibera 443/19/R/rif, Arera ne darà il vaglio definitivo.
Nelle premesse delle delibere pubblicate, il nuovo MTR viene menzionato da tutti, questo lascia intendere che sarà dato corso ai dettami in esso formulati, vale a dire: “Incentivare il miglioramento dei servizi di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti, omogeneizzare le condizioni nel Paese, garantire trasparenza delle informazioni agli utenti. Sono questi i principi basilari del metodo tariffario servizio integrato di gestione dei rifiuti varato dall’Autorità di regolazione dell’energia e dell’ambiente che ha anche fissato gli obblighi di trasparenza verso gli utenti, stretta coerenza tra il costo e la qualità del servizio salvaguardando il principio -chi inquina paga-” .
Nuova Tari e capoluoghi
Tra i Capoluoghi, Bolzano si discosta dalle altre realtà, in ragione dall’autonomia di cui gode, tanto che non menziona Arera e sul sito del Mef non compaiono le relative delibere al pari di altri Comuni, così come non espone il tributo provinciale, che è mediamente del 5%, bensì l’iva al 10%.
Gli altri 10 Capoluoghi hanno applicato il Nuovo Metodo Tariffario, hanno spostato i pagamenti delle rate mediamente di 2 mesi e applicato o applicheranno “le riduzioni sulla quota variabile” alle attività soggette a chiusura, adeguandosi alla delibera 158/20 ARERA ed in ossequio ai vari DPCM che si sono succeduti in relazione al COVID-19 in sede di conguaglio. Milano ha altresi stabilito tariffe che contemplano già le riduzioni Covid 19 previste in Delibera 158/20 Arera..
Alcune città, oltre alle misure prevista in delibera, hanno applicato ulteriori riduzioni comunali. Spicca Aosta, che sulla QV ha attuato riduzioni dall’85% al 95%, Catanzaro dal 41% al 67%, Bologna dal 25% al 50%, Torino ha integrato per le attività in questione 7,00 mln di Euro. Misure e riduzione che andranno contabilizzate per buona parte con la 3^ rata a conguaglio di gennaio 2021, dato che tanti PEF, come detto in precedenza, verranno presentati entro il 31 dicembre 2020.
Bonus Tari per le utenze in difficoltà
Il Bonus Tari per le utenze domestiche ” in difficoltà economiche “alla luce della emergenza Covid è stato caldeggiato nella sua applicazione come anticipazione da parte di Arera con la delibera del 5 maggio n°158/2020, dando la possibilità ai Comuni o agli Egato (Enti di Governo d’Ambito Territoriali) se costituiti, di quantificarne l’entità sulla “quota variabile della TARI” .
Nel Comune di Roma ha trovato una prima applicazione provvisoria per le utenze domestiche disagiate con una riduzione del 20% sulla QV (Quota Variabile), e una riduzione dal 15% al 40% secondo ISEE a Torino. Resta il fatto di quanto sia importante che tale applicazione del Bonus Tari Nazionale e anche quello locale, stante l’aumento delle fragilità economiche nelle famiglie, in questa emergenza Covid, trovi rispondenza nei prossimi provvedimenti in sede di approvazione dei nuovi PEF entro l’anno e che vengano approvati questi criteri con DPCM.
Tari, il confronto
Dal confronto dei costi rispetto al 2019, per le Utenze Domestiche, in un appartamento di 100mq con 3 persone residenti non si rilevano grossi scostamenti, dovuto anche all’applicazione della tariffa dell’anno precedente in 9 comuni, infatti la media delle differenze in percentuale è dello 0,43% in più. Si va da un risparmio di € 58,94 equivalente al 16,16% a Venezia, ad un aumento di € 13,56 equivalente al 5,95% a Firenze.
Esaminando i costi, la media delle città prese in esame è di € 313,76 annue , la più cara risulta essere Cagliari con € 480,66, poi Napoli con € 454,57, Genova € 392,05, mentre la più economica è Potenza con € 120,56 e una differenza netta di 360,10 rispetto alla prima e un rapporto di 1/4 tra la più economica e la più cara. Confermando le stesse posizione del precedente anno, seguono in ordine di convenienza Bolzano con una spesa annua di €. 166,93 e terz’ultima Firenze con una spesa annua di €.241,36.
In conclusione, rispetto al 2019 non ci sono scostamenti nelle graduatorie tra le città più o meno care, le riduzioni da Covid-19 avranno un confronto visibile solo dopo l’approvazione del PEF da parte di tutti i comuni e il relativo conguaglio dell’ultima rata della Tari, prevista da parte dei più, entro gennaio del prossimo anno 2021.