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NEI PENSIERI DEI CONSUMATORI C’È L’AMBIENTE. PACKAGING, DISPOSTI A PAGARE DI PIÙ PER UNA CONFEZIONE SOSTENIBILE

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Un’indagine Niesel evidenzia che la preoccupazione per l’ambiente è sempre più diffusa. I consumatori si orientano verso marche e prodotti che rispettano l’ambiente e si dicono disposti a pagare di più per confezioni sostenibili. Il 64% si aspetta una riduzione della plastica non riciclabile negli imballaggi

Sabrina Bergamini

I consumatori sono sempre più orientati verso marche e prodotti rispettosi dell’ambiente. E sono disposti a spendere un po’ di più se un prodotto è sostenibile, o se lo è la sua confezione.

Si aspettano un maggior impegno delle aziende – quasi la metà ritiene che sia loro compito ridurre la plastica negli imballaggi – e condividono una generale, ampia preoccupazione per l’ambiente, seconda solo alla disoccupazione. Una ricerca Nielsen con Novamont ha indagato il pensiero dei consumatori su ambiente, packaging e salvaguardia del pianeta intervistando un campione rappresentativo di responsabili d’acquisto dai 18 ai 65 anni.

 

La conclusione? «Gli italiani sono ormai convinti che la situazione di degrado ambientale sia effettiva, ma anche che la plastica non è l’unico “mostro” percepito, e che le possibilità di attivarsi con metodi di imballaggio e distribuzione più sostenibili ci sono, anche se questo dovesse significare un certo aumento dei prezzi al consumo – che i consumatori italiani dichiarano di essere disposti a sostenere».

Ambiente in cima ai pensieri

Come si arriva a questa sintesi? Inquinamento e degrado ambientale sono problemi “molto preoccupanti” per il 59% degli italiani, addirittura più delle difficoltà economiche, indicate come molto preoccupanti dal 53%. Per l’88% degli intervistati la difesa dell’ambiente è uno dei valori più importanti nell’attuale società.

E se è scontato che tutti, o quasi, debbano impegnarsi per ridurre la quantità di rifiuti (lo pensa il 92%, è preoccupato del problema l’87%) dall’indagine emerge anche una propensione dei consumatori a pagare qualcosa in più se c’è la garanzia di sostenibilità ambientale.

«L’85% dei responsabili d’acquisto nostrani, inoltre, afferma di fare la spesa orientandosi verso marche e prodotti rispettosi dell’ambiente, anche se ciò significa spendere un po’ di più – si legge in una nota – Per il 75%, infatti, è contemplabile pagare di più un prodotto solo perché è ambientalmente sostenibile, o perché lo è la sua confezione (73%)».

Packaging, le responsabilità

L’imballaggio è uno dei fattori chiamati in causa quando si parla di plastica e sostenibilità.

In tema di packaging, dunque, «il 62% dei consumatori è convinto che le aziende produttrici siano le principali responsabili dell’utilizzo della plastica come componente degli imballaggi nel comparto alimentare – ricordiamo che la plastica è percepita come “altamente inquinante” dall’87% degli italiani – mentre solo 15% attribuisce responsabilità ai retailer. Al contempo, però, pur riconoscendo al Governo “colpe” marginali, il 22% crede che sia proprio lo Stato a poter fare di più per ridurne l’utilizzo. Per il 47% dei consumatori sono invece le aziende produttrici a doversi impegnare per ridurre l’impiego della plastica negli imballaggi. Il 18% dei consumatori riconosce anche le proprie responsabilità e ammette di avere un ruolo nell’utilizzo di questo materiale nei pack dei prodotti».

Packaging, quali alternative?

Oltre la metà degli intervistati si dice favorevole alla plastic tax come imposta alle imprese che producono confezioni monouso di plastica. E nell’elenco delle richieste fatte dai consumatori per la sostenibilità, c’è un maggior uso di imballaggi compostabili, servizi alla spina, carta e vetro, vuoto a rendere.

Il 64% degli intervistati si aspetta una riduzione dell’utilizzo della plastica non riciclabile negli imballaggi.

«Per raggiungere l’obiettivo, il 28% di loro suggerisce di impiegare maggiormente bioplastiche compostabili / biodegradabili, il 17% propone invece una maggiore distribuzione di prodotti sfusi e un maggiore utilizzo di carta / cartone e vetro. Suggeriti anche il vuoto a rendere (16%), l’impiego di plastiche riciclabili (14%) e la riduzione del volume/peso delle confezioni (7%)».

L’urgenza di ridurre la plastica è condivisa soprattutto per una serie di prodotti quali acqua, bevande analcoliche, latte, yogurt, snack dolci, biscotti e cioccolato, snack salati. Nel comparto carne, i consumatori si dicono disposto a pagare di più per carne fresca in una confezione sostenibile nel 57% dei casi. In media pagherebbero il 4,9% in più.