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LEGGE 104, PER IL PERMESSO RETRIBUITO BASTA IL CERTIFICATO

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La Cassazione ha apportato delle novità alla legge 104: per i permessi retribuiti per l’assistenza al familiare malato basta il certificato di ricovero, anche se non riporta la specificazione sulla gravità della malattia.

Stesso discorso vale per fruire dei permessi retributi per assistenza legge 53/2000, che prevede un permesso retribuito di tre giorni lavorativi all’anno ai lavoratori dipendenti pubblici o privati in caso di decesso o di documentata grave infermità del coniuge o di un parente entro il secondo grado o del convivente. I giorni di permesso devono essere utilizzati entro sette giorni dal decesso o dall’accertamento dell’insorgenza della grave infermità o della necessità di provvedere a conseguenti specifici interventi terapeutici.

 

I tre giorni l’anno sono relativi al lavoratore e non ai familiari cui si riferisce il permesso e se nel corso dello stesso anno un lavoratore si trova a dover affrontare due situazioni di grave infermità, avrà comunque diritto a tre sole giornate di permesso.

I permessi della legge 53/2000 sono cumulabili con quelli previsti della legge 104 per l’assistenza delle persone invalide.

LA CASSAZIONE – La Corte di Cassazione nell’Ordinanza n. 14794 del 30 maggio 2019 ha respinto il ricorso di una azienda che contestava il diritto alla retribuzione di una lavoratrice che si era assentata tre giorni per assistere la madre, ricoverata per un intervento chirurgico.
La Corte ha ritenuto che la “documentata grave infermità” di cui all’art. 4 della legge n.53 /2000 quale presupposto per riconoscere il diritto al permesso non deve necessariamente essere contenuta nei certificati medici presentati dal lavoratore nei termini stabiliti dal DM attuativo della legge. Per quanto riguarda legge 104 permessi retribuiti, la grave infermità può infatti anche essere provata successivamente attraverso idonea documentazione medica, anche prodotta in giudizio.