L’accelerazione digitale causata dalla pandemia fa aumentare la spesa digitale dei consumatori, compresa quella alimentare. Nel carrello della spesa finiscono cibi e bevande, prodotti per la casa, la persona e il pet care. Prima motivazione d’acquisto: si può fare la spesa h24
L’accelerazione digitale causata dalla pandemia e dal lockdown mette il turbo alla spesa digitale. Nel carrello online dei consumatori finisce sempre più spesso la spesa alimentare. Gli acquisti online sono decollati e nelle abitudini di acquisto dei consumatori c’è stata una forte spinta all’e-commerce.
Il 70% degli italiani tra 18 e i 65 anni ha effettuato almeno un acquisto online nell’ultimo anno. Cresce anche la spesa digitale alimentare. Nel carrello della spesa finiscono alimentari e bevande, in gran parte ordinati sui siti della grande distribuzione e consegnati a domicilio. Il 37% dei food shopper online ha aumentato la spessa destinata ai prodotti alimentari sui canali online, mentre il 24% degli italiani ha aumentato la spesa per i beni non alimentari.
È quanto emerge dall’Osservatorio “The World after Lockdown” curato da Nomisma e Crif, che da oltre sette mesi analizza l’impatto della pandemia sulle vite dei cittadini, grazie al coinvolgimento di un panel omnibus di 1.000 italiani (18-65 anni).
Di sicuro c’è un’accelerazione dell’e-commerce, che riguarda non solo i prodotti più “tradizionali” come elettronica o abbigliamento, ma anche quelli del largo consumo confezionato (quindi alimentari, bevande, cura della casa e della persona, pet care). Gli acquirenti online del largo consumo confezionato sono oggi oltre 19 milioni.
Spesa digitale, cosa c’è nel carrello
«Spinti dall’accelerazione digitale indotta dalle “esigenze da Lockdown”, gli italiani non rinunciano alla spesa digitale – si legge in una nota di Nomisma – Anche dopo l’allentamento delle misure restrittive, il 37% dei food shopper online ha infatti registrato un aumento del ricorso al canale digitale per gli acquisti di prodotti alimentari e bevande rispetto al 2019. È inoltre significativa la crescita potenziale associata ai consumatori che oggi sono ancora legati al solo canale fisico (il 29% si dice interessato a sperimentare il carrello digitale in futuro)».
Nel carrello della spesa digitale ci sono prodotti alimentari e bevande nel 67% dei casi. Nel restante 33% ci sono beni non food, specialmente prodotti per la cura della persona e della casa e a seguire il pet care. (Fonte: Rapporto Coop 2020).
Spesa digitale alimentare: perché sì, perché no
La spesa digitale alimentare è trainata da una grande comodità: poter fare acquisti a tutte le ore, motivazione addotta dai 27% dei food shopper online. La prima ragione di chi invece non compra online è il piacere di fare la spesa in negozio. La comodità sembra in linea generale la prima scelta che motiva il “perché sì” della spesa alimentare online. L’esperienza dello shopping traina invece i “perché no” dei refrattari.
La possibilità di acquistare 24 ore su 24 è infatti il primo driver di scelta del canale indicato dal 27% di chi acquista food tramite Internet, evidenzia Nomisma. Il 18% preferisce il canale virtuale per evitare code e scegliere con più calma i prodotti da mettere nel carrello e il 17% non vuole rinunciare alla comodità di non doversi spostare da casa.
Chi invece preferisce fare la spesa in negozio nella maggior parte dei casi non vuole rinunciare al piacere di fare la spesa dal vivo (primo fattore indicato dal 37% di chi non fa la spesa online) e di poter vedere/toccare i prodotti prima di metterli nel carrello (21%). Il 19% preferisce i negozi fisici per motivi economici: per il 10%, infatti, i costi di spedizione sono troppo alti e il 9% trova che i prezzi dei prodotti sul web non siano sempre convenienti.
Spesa digitale, dove e come
La spesa digitale alimentare avviene soprattutto sui siti delle insegne della grande distribuzione, cui si rivolge il 73% di chi compra food online. In molti, dice Nomisma, «spinti dalla difficoltà nel trovare slot di consegna disponibili o della mancata copertura del servizio nella propria città», sperimentano anche canali online quali «i pure players (32% chi acquista alimentari online), i siti/app di vendita online specializzati in food & beverage (ad es. Cortilia, Local To You, Nespresso, Tannico…), testati almeno una volta dal 13% di chi ha fatto la spesa digital».
La spesa digitale arriva a domicilio in quasi otto casi su dieci.
«Una volta effettuato l’ordine online, la maggior parte degli user sceglie la consegna dell’acquisto direttamente a domicilio (modalità preferita dal 78%), il 16% propende per il click & collect con il ritiro presso il punto vendita. La multicanalità da lockdown ha fatto esplodere anche l’utilizzo dei locker, tanto che oggi è il 6% dei food shopper online a scegliere di farsi recapitare la spesa fatta online presso gli armadietti self-service più vicini, così da sfruttare per il ritiro il momento più comodo della giornata».
e-Commerce in salita per un italiano su quattro
La pandemia ha fatto impennare le vendite online non solo alimentari. Elettronica, informatica, abbigliamento, accessori della casa arrivano sempre più spesso da acquisti digitali. Un italiano su quattro, dice Nomisma, ha aumentato di oltre il 5% rispetto al 2019 la spesa digitale per prodotti non food.
Nel 2020 fra i primi acquisti ci sono Informatica ed elettronica (il 48% degli italiani ha acquistato sul web questi prodotti), seguiti da abbigliamento e calzature (30%), farmaci da banco/parafarmaci o integratori (24%) e arredo/accessori per la casa (20%). Al primo posto nei canali di acquisto si piazzano i big. I primi canali online di riferimento per la spesa digitale non alimentare sono infatti Amazon e eBay, scelti dal 69% dei consumatori. Ci sono poi i negozi online specializzati (11%) e gli shop online di negozi/catene fisici (10%).