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INPS: il 33,6% dei pensionati con meno di 1.000 euro al mese

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Oltre un terzo dei pensionati italiani, il 33,6%, percepisce redditi da pensione inferiori a 1.000 euro al mese (ricalcolando l’importo annuo ricevuto su 12 mensilità). Il dato è riferito ai pensionati Inps che sono comunque 15,46 milioni (15.462.177) sui 16,03 complessivi e si riferisce ai dati relativi al 31/12/2019.

E’ quanto si legge nel Rapporto annuale dell’Inps secondo il quale 5.195.000 pensionati dell’Istituto hanno assegni inferiori a questa soglia potendo contare solo sul 12,6% della spesa pensionistica (36 mld e 970 mln) che nel 2019 ammontava a 294 mld e 357 mln. Quasi 1,6 milioni (1.598.890) tra questi, il 10,3% dei pensionati, hanno assegni fino a 500 euro al mese.

 

Per l’Unc, quest’ultimo è un dato vergognoso, specie se si considera che gli assegni fino a 500 euro costano solo 5 mld e 461 mln, 12 volte in meno di quelle sopra i 3000 euro, l’1,86% della spesa complessiva. Inoltre, va ricordato che per l’Istat la soglia di povertà per un single è pari a 656,97 euro.

Per circa 1,277 milioni di pensionati, l’8,3%, l’assegno è superiore a 3.000 euro per oltre 66,772 miliardi totali e il 22,7% della spesa complessiva. Per il totale dei pensionati la spesa è pari a 300,9 miliardi con un assegno medio mensile (sempre dividendo l’importo annuo su 12 mensilità e non su 13) di 1.563 euro (1826 euro per gli uomini e 1321 per le donne). Se si guarda ai 15,46 milioni di pensionati Inps l’assegno medio mensile è di 1.586 euro con una media di 1.335 per le donne e di 1.864 per gli uomini. Nel complesso i pensionati sono per il 48% uomini (7,7 milioni) e per il 52% donne (8,3 milioni). Sebbene le donne siano il 52% dei pensionati percepiscono il 44% della spesa mentre gli uomini con il 48% del totale ricevono il 56% dell’importo, dato legato alle carriere lavorative più lunghe e al livello di occupazione femminile che è stato e resta molto basso.

Ad avviso dell’Unc, la recente sentenza della Consulta, secondo la quale è illegittimo il contributo di solidarietà oltre il triennio, richiede un rimedio legislativo immediato, sostituendo il contributo di solidarietà con un innalzamento temporaneo almeno dell’ultima aliquota Irpef, quella del 43% per chi dichiara oltre 75 mila euro.

Autore: Mauro Antonelli