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IN ITALIA 1.400 GIORNI PER UNA SENTENZA CIVILE

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di Gabriella Lax

Si muove a passo da lumaca la giustizia italiana. Col drammatico record di 1.400 giorni per una sentenza di civile il nostro Paese è fanalino di coda dell’Unione europea.

Il rapporto annuale della Commissione europea sullo stato della giustizia nell’Unione, conferma che il nostro Paese è uno di quelli in cui l’amministrazione giudiziaria è più inefficiente e poco indipendente.

Giustizia, i dati della Commissione europea

 

Secondo i dati divulgati dalla commissione nel 2016 in Italia sono serviti 1.400 giorni per ottenere un giudizio in terzo grado in campo commerciale e civile. I numeri ci confermano fanalino di coda, tenuto conto che mancano solo le statistiche di Cipro e Regno Unito. Anche la Grecia occupa qualche gradino più su, con quasi 1.200 giorni per ottenere un secondo grado di giudizio (sempre dati 2016). Nei giudizi di primo grado, erano necessari in Italia oltre 500 giorni, in leggero calo rispetto al 2014-2015, ma in aumento rispetto al 2010.

Non andiamo meglio a guardare l’indipendenza della magistratura, con una percezione avvertita dall’opinione pubblica peggiore solo in Bulgaria, in Slovacchia e in Ungheria. Anche la Polonia, paese con incertezze sullo stato di diritto, occupa gradini superiori.

Giustizia, il richiamo all’Italia per modernizzare il sistema

Dati che non possono non avere conseguenze sugli accordi anche economici tra gli stati che compongono l’unione. Come si legge nelle raccomandazioni-paese italiane «Una giustizia penale più efficiente potrebbe migliorare la repressione della corruzione. Nel 2014, l’Italia aveva nell’Unione il numero più elevato di cause penali in entrata e pendenti in secondo e terzo grado (…) Incentivare il ricorso a procedimenti abbreviati e scoraggiare gli abusi del processo potrebbe pertanto contribuire a rendere più efficaci la giustizia penale e la lotta contro la corruzione».

La commissaria alla giustizia Vera Jourova ha riportato in auge la proposta di Bruxelles circa un regolamento che prevede la sospensione, la riduzione o particolari restrizioni all’uso di fondi comunitari nel caso di violazione dello stato di diritto. Si consideri che il nostro Paese riceve denaro comunitario per modernizzare il proprio sistema giudiziario. Il programma, relativo al periodo 2007-2023, prevede aiuti per un totale di 900 milioni di euro, soldi che vengono spesi per velocizzare l’iter giudiziario, ristrutturare le infrastrutture fisiche, digitalizzare le attività dell’amministrazione.