Nella Ue viene riciclato in media oltre il 40% dei rifiuti di imballaggi in plastica, con forti differenze da un paese all’altro. L’Europa si è data però obiettivi ambiziosi. Secondo una recente analisi della Corte dei conti europea, se vuole raggiungerli deve aumentare il riciclo dei rifiuti di imballaggi in plastica
13 Gennaio 2021 Sabrina Bergamini
Nella Ue viene riciclato più del 40% dei rifiuti di imballaggi in plastica. Ci sono forti differenze da un paese all’altro: si va da poco più del 19% di riciclo di Malta a oltre il 69% della Lituania. In sette stati dell’Unione viene riciclata oltre la metà dei rifiuti di imballaggi in plastica.
L’Europa però si è data obiettivi ambiziosi e, secondo una recente analisi della Corte dei conti europea, se la Ue vuole raggiungere i propri obiettivi, deve aumentare il riciclaggio dei rifiuti di imballaggi in plastica.
I nuovi valori obiettivi di riciclo per gli imballaggi in plastica fissati dalle norme europee sono infatti del 50% entro il 2025 e del 55% per il 2030.
Per la Corte dei conti europea «è necessaria un’azione significativa e concertata perché l’UE possa quasi raddoppiare la quantità dei propri rifiuti di imballaggio di plastica riciclati entro il 2030».
Eurostat: rifiuti di imballaggi in plastica e tassi di riciclo
I dati diffusi da Eurostat sul riciclo dei rifiuti di imballaggi in plastica stimano che nella Ue, nel 2018, sia stato riciclato il 41,5% dei rifiuti di imballaggi in plastica.
Il tasso più elevato di riciclo è in Lituania (69,3%), davanti a Slovenia (60,4%, dati 2017), Bulgaria (59,2%), Repubblica Ceca (57,0%), Cipro (54,3%), Slovacchia (51,4%) e Spagna (50,7%).
Meno di un terzo dei rifiuti di imballaggi in plastica è stato invece riciclato a Malta (19,2%, dati 2017), in Francia (26,9%), Ungheria (30,0%), Irlanda (31,0%), Finlandia (31,1%), Danimarca (31,5 %), Austria (31,9%) e Lussemburgo (32,3%). L’Italia si pone poco sopra la media europea del 40%.
Corte dei conti europea: l’Europa deve aumentare il riciclo
Un recente dossier della Corte dei conti europea, diffuso a ottobre 2020, si concentra sull’azione della Ue per affrontare il problema dei rifiuti in plastica. E dice che per raggiungere gli obiettivi che si è data, l’Europa deve aumentare il riciclo.
Secondo l’analisi della Corte dei conti europea, l’UE non raggiungerà i valori-obiettivo che si è posta per il riciclaggio degli imballaggi di plastica per il 2025 e il 2030.
«L’aggiornamento del quadro giuridico per il riciclaggio della plastica, avvenuto nel 2018, riflette le accresciute ambizioni dell’UE e potrebbe contribuire ad incrementare la capacità di riciclaggio – sintetizza la Corte – Tuttavia, l’entità della sfida che gli Stati membri affrontano non dovrebbe essere sottovalutata. Nuove e più precise norme in materia di comunicazione delle quantità riciclate, nonché un irrigidimento delle norme in materia di esportazione dei rifiuti di plastica, ridurranno il tasso di riciclaggio comunicato nell’UE».
Gli imballaggi in plastica più diffusi, come i vasetti di yogurt e le bottiglie d’acqua, sono anche i meno riciclati, dice la Corte, che sottolinea anche il ruolo della pandemia nel ritorno dell’usa e getta. La plastica insomma non è fuori dall’orizzonte economico e il tema del suo smaltimento sarà sempre più sentito anche in futuro.
«I soli imballaggi, come i vasetti di yogurt o le bottiglie d’acqua, costituiscono circa il 40% dell’utilizzo della plastica e oltre il 60% dei rifiuti di plastica generati nell’UE – dice la Corte dei conti europea – Si tratta inoltre del tipo di imballaggio con il più basso tasso di riciclaggio nell’UE (di poco superiore al 40%)».
Plastica, economia e minaccia ambientale
La strategia per la plastica adottata dalla Commissione europea si è data come obiettivi di riciclo il 50% entro il 2025 e il 55% entro il 2030. Raggiungere questi obiettivi sarebbe fondamentale per il passaggio all’economia circolare.
«Per raggiungere questi nuovi valori-obiettivo in materia di riciclaggio degli imballaggi di plastica, l’UE deve invertire l’attuale situazione, nella quale le quantità incenerite sono maggiori di quelle riciclate. Si tratta di una sfida difficilissima – ha dichiarato Samo Jereb, il membro della Corte dei conti europea responsabile dell’analisi – Facendo rinascere, a causa di preoccupazioni di ordine sanitario, le abitudini dell’usa e getta, la pandemia di COVID-19 dimostra che la plastica continuerà ad essere un pilastro delle nostre economie, ma anche una minaccia ambientale sempre più grave».
Un altro problema è legato all’invio di rifiuti in plastica all’estero. Quasi un terzo del tasso di riciclo di imballaggi in plastica comunicato dalla Ue è ottenuto con la spedizione di questi rifiuti in paesi non-Ue per farli riciclare, ma le condizioni saranno ora più rigide – proprio a partire da quest’anno, evidenzia la Corte. E molte spedizioni di rifiuti di plastica saranno proibite. Di conseguenza, ha avvertito, la Corte, tutto questo, unito alla carente capacità di trattare questi rifiuti nella Ue, mette a rischio gli obiettivi di riciclo. Si rischia inoltre «un aumento delle spedizioni illegali e dei reati legati ai rifiuti, contro i quali il quadro dell’UE è troppo debole».