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IL COMMERCIO DOPO IL COVID-19, PIÙ DIGITALE E ONLINE PER NEGOZI E CONSUMATORI

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Il commercio dopo l’emergenza avrà un volto un po’ diverso. Anche se il futuro non è chiaro, la spinta al digitale e il rafforzamento dell’e-commerce si faranno sentire sia per i negozi sia fra i consumatori

Sabrina Bergamini

Il commercio dopo l’emergenza coronavirus avrà un volto un po’ diverso. E anche se il “dopo” non è ancora chiaro, alcune tendenze nelle dinamiche e nei canali di acquisto emergono già con una certa chiarezza. Una è di sicuro il rafforzamento dell’e-commerce e delle vendite online, sia da parte degli esercenti sia da parte dei consumatori.

Durante la pandemia molti piccoli negozi, anche privi di sito internet, si sono organizzati e hanno raggiunto i clienti via social e whatsapp.

 

Molti consumatori hanno cominciato a usare con più frequenza di prima le piattaforme di commercio elettronico. Chi già comprava online lo fa più spesso, chi finora non era interessato ha scoperto giocoforza questo canale. Dopo la fine dell’emergenza sanitaria, molti cambiamenti rimarranno.

Lo spostamento verso l’e-commerce

Sono in molti a cercare di capire che direzione prenderà il futuro. Cosa cambierà dopo la pandemia. Cosa “non sarà più come prima”. Nel settore del commercio, per esempio, si segnala l’analisi di Credimi (piattaforma che propone soluzioni finanziarie digitali) che individua nella tecnologia digitale e nella logistica i due fattori fondamentali per il rilancio.

Si parte da un quadro di crisi e flessione dei consumi. Servirà una ricostruzione. Quest’anno si potrebbe chiudere con oltre 80 miliardi di consumi in meno (dati Confesercenti) e con una flessione della spesa privata del 6,8% (Confcommercio). Giù il potere d’acquisto delle famiglie, molte spese saranno annullate o rimandate (già lo sono) e fra queste abbigliamento e trasporti, servizi ricreativi, viaggi, cultura, ristorazione.

Senza poter uscire, con molti negozi chiusi, o con lunghe file da fare, gli italiani hanno iniziato a comprare più spesso online. L’e-commerce è diventato un canale di riferimento anche se l’infrastruttura non ha retto, fra ritardi della Gdo e qualche fatica anche per i big player.

Come evidenzia l’Ufficio Studio di Credimi, «Nielsen ha registrato un’impennata delle vendite di prodotti di largo consumo online: tra il 17 e il 23 febbraio del 56,8%, tra il 9 e il 17 marzo del 97,2%. La paura del contagio e le lunghissime file davanti ai supermercati hanno convinto gli italiani a provare la spesa online. Ma l’infrastruttura non ha retto: le grandi catene della distribuzione organizzata sono storicamente in ritardo e persino Amazon ha faticato a tener testa all’esplosione della domanda. Paradossalmente, a beneficiare della situazione sono stati i piccoli negozi, sebbene molti di loro, prima di questa crisi, non avessero neppure un sito web!»

I piccoli commercianti e la tecnologia

I piccoli commercianti hanno cercato di riorganizzarsi, qualcuno è entrato in piattaforme online con acquisti “di prossimità”. Anche chi era sprovvisto di sito internet si è rivolto ai social.

«Molti negozi, seppur spesso senza un sito internet, per niente avvezzi alla tecnologia e ben lontani dal sapere come avviare o gestire un e-commerce, hanno iniziato ad usare i social network e le piattaforme di messaggistica per mettersi in contatto con i clienti», evidenzia un report di Credimi sul commercio al dettaglio post Covid-19.

La tecnologia sarà una necessità per tutti, dai grandi a piccoli. E, prosegue l’ufficio studi, «probabilmente, le prime vittime di questo new deal saranno i contanti: per pagare online, così come per ridurre i contatti e le code crescerà l’uso di nuovi sistemi di pagamento, soprattutto app e contactless».

I consumatori e gli acquisti online

Cambia anche l’approccio dei consumatori, sempre più online per fare shopping.

«Dal punto di vista dei consumatori, chi aveva dimestichezza con le piattaforme e-commerce ha semplicemente continuato a farne uso più di prima, spesso frustrato dal fatto di dover sperimentare lunghe attese e ritardi nelle consegne, mai sperimentati prima – prosegue il Report di Credimi –  Chi, invece, non aveva mai avuto interesse a fare acquisti online, ora ci prova per la prima volta, un po’ per paura per contagio, un po’ per evitare le lunghe code al supermercato».

La fase odierna mette insieme crisi ed esigenza di cambiamento. Il commercio al dettaglio dovrà riorganizzarsi e anche i piccoli negozianti saranno incentivati a ripensare il modello di business.

Sarà difficile tornare indietro e togliere alla tecnologia digitale il ruolo assunto durante la pandemia.

«Le abitudini dei consumatori stanno cambiando radicalmente e la svolta verso gli acquisti online sperimentata in questa emergenza avrà delle lunghe code – spiega l’Ufficio Studi di Credimi – Difficilmente si tornerà indietro. Soprattutto quando il cambiamento si concentra sui due assi della tecnologia digitale e della logistica: due certezze (o presunte tali) che da subito hanno mostrato tutte le crepe di un paese ancora arretrato. Per questo i pilastri sui cui ricostruire l’ossatura del commercio non possono che essere digitale e logistica, oltre che ovviamente sicurezza sanitaria».