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IL 9,1% ITALIANI NON PUÒ PAGARE BOLLETTE

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Per il 20,5% dei cittadini la pandemia ha avuto conseguenze sulla situazione economica familiare peggiorandola. E’ quanto emerge dal report dell’Istat sui comportamenti dei cittadini durante la seconda ondata pandemica.

Nel Mezzogiorno si registra il peggioramento più alto (24,7% a fronte del 16,6% del Centro). La sospensione di alcuni settori lavorativi contribuisce a spiegare le differenze tra gli occupati. Dichiara un peggioramento il 42% dei lavoratori del commercio, il 31,3% dei lavoratori del settore agricoltura e il 26,2% di quelli dell’industria, contro il 6,0% di chi è occupato in settori quali l’istruzione e la sanità.

 

A seguito dell’emergenza sanitaria e del Covid, più di un quinto della popolazione italiana, il 22,2%, pari a 11 milioni, non è riuscita a fare fronte ai propri impegni economici, come, ad esempio, pagare il mutuo, le bollette, l’affitto, le spese per i pasti etc. Si tratta di 11 milioni di persone, il 22,2%.

In particolare, il 13,4% degli intervistati ha avuto problemi col pagamento delle bollette (l’11,8% ha dovuto rimandarne il pagamento, il 9,1% non è riuscito a pagarle), il 16,5% ha dovuto rinunciare alle vacanze, il 13,9% non è riuscito a fare fronte a una spesa imprevista, il 6,7% non è riuscito a pagare l’affitto, il 6,3% non è riuscito a pagare le rate di un mutuo o di un prestito, il 6,3% le spese necessarie per i pasti (oltre tre milioni di persone).

Ad avviso dell’Unc si tratta di dati tanto drammatici quanto ampiamente previsti. Per questo fin da marzo 2020, l’Unc aveva presentato alla Camera dei Deputati le osservazioni al Cura Italia, chiedendo, tra le altre cose, l’estensione immediata dei bonus sociali di luce, gas e acqua a chiunque perdeva il posto di lavoro, senza dover far riferimento a un Isee di fatto vecchio e superato, la riduzione dell’Iva sul gas al 10% sull’intero consumo e non solo sui primi 480 Smc annuali, la sospensione degli oneri generali di sistema e delle componenti Terna sulle bollette di luce e gas, la riduzione dell’Iva dal 22 al 4% per tutti i contratti telefonici a consumo, estensione delle regole di sospensione del mutuo al credito al consumo. Purtroppo, nessuna di queste ragionevoli proposte è mai stata accolta.

Le difficoltà si sono spesso sovrapposte, la maggior parte di chi ha avuto problemi non è riuscita a fronteggiare almeno due impegni economici (76,2%), il 34,7% (pari a tre milioni e 800mila persone) almeno quattro.

La quota di chi ha avuto almeno uno di questi problemi diminuisce dopo i 55 anni: si passa dal 28,5% dei 35-54enni al 14,6% degli ultrasessantaquattrenni. Anche le situazioni più critiche per la molteplicità dei problemi incontrati riguardano soprattutto le persone fino a 54 anni e meno i più anziani: il 4,3% delle persone di 65 anni e più ha affrontato quattro o più difficoltà economiche ma la percentuale raddoppia nelle altre classi di età.

Il 12% degli intervistati (o un membro della sua famiglia) ha dovuto fronteggiare criticità nel bilancio familiare tali da ricorrere ad aiuti economici (prestiti, sussidi pubblici o altro) o alla vendita di beni di proprietà.

Nello specifico, l’8,6% della popolazione ha fatto richiesta di aiuti pubblici (bonus vari, reddito di emergenza, etc.), il 3,6% ha ricevuto denaro in regalo da parenti o amici, il 2,6% ha chiesto prestiti a parenti o amici, l’1,7% si è rivolto agli istituti di credito, lo 0,7% ha messo in vendita beni di proprietà (gioielli, automobili, appartamenti, etc.). Emergono differenze in base all’età e al territorio. Per esempio, ad avere richiesto aiuti pubblici è il 15,5% dei 25-34enni, a fronte dello 0,5% degli ultrasettantaquattrenni. Anche i doni in denaro hanno riguardato soprattutto i più giovani: 9,3% tra i 25 e i 34 anni, 1,6% tra i più anziani.

La percentuale di chi ha avuto bisogno di aiuto è più elevata nel Mezzogiorno, dove il 12,8% dei cittadini ha ottenuto aiuti pubblici (contro il 4,1% del Nord) e il 6,3% ha ricevuto aiuti in denaro (da non restituire) (2,4% nel Centro e 2,1% nel Nord). Tra gli occupati sono soprattutto i lavoratori del Commercio ad avere avuto bisogno di aiuti (21,8%): il 4,7% ha chiesto prestiti bancari, il 17% aiuti pubblici. Complessivamente hanno fruito di questi aiuti oltre 6 milioni di persone; il 68% ha chiesto un solo aiuto, il 22,5% ne ha chiesti due e il rimanente 9,5% almeno tre. In generale, hanno avuto bisogno di aiuti soprattutto i giovani tra i 25 e i 34 anni (22,1%), molto meno gli anziani (3,1% degli ultrasettantaquattrenni). Tra le donne di 35-44 anni il 21,3% ha fatto ricorso al almeno un tipo di aiuto, contro il 10,1% degli uomini della stessa classe di età.

Anche a livello territoriale le differenze sono significative: la quota di chi è ricorso ad aiuti va dal 6,6% nel Nord, al 13,7% nel Centro, al 18,4% nel Mezzogiorno. La percentuale di chi ha chiesto aiuti si attesta al 17,3% tra le famiglie di almeno 3 componenti, al 6,7% tra i single, al 10,3% per le famiglie di due componenti.

Autore: Mauro Antonelli