In Italia, tra gennaio e maggio, 2 milioni di consumatori online. Pet care (+154%), cibi freschi e confezionati (+130%), prodotti per la cura della casa (+126%) e della persona (+93%) sono i settori che crescono di più
Con il lockdown i comportamenti e le abitudini di acquisto dei consumatori sono cambiati, portando a una vera e propria evoluzione dell’e-commerce. Dall’inizio del 2020 ad oggi sono 2 milioni i nuovi consumatori online in Italia (in tutto 29 milioni); di questi 1,3 milioni sono da attribuire all’impatto dell’emergenza sanitaria.
A quasi due mesi dall’inizio del lockdown, è quindi l’e-commerce il settore che crescerà di più a livello mondiale con l’impatto del Covid-19 (fino a +55%), seguito da modern food retail (fino a +23%) e vendita all’ingrosso di prodotti farmaceutici (fino a +15%).
È questo il quadro dei nuovi paradigmi di sviluppo del commercio digitale in Italia, presentato oggi durante la plenaria di apertura dell’edizione di Netcomm Forum Live (6-7 maggio). Ma quali sono i prodotti più acquistati nell’epoca digitale?
E-commerce, trend nella spesa quotidiana
Dal punto di vista delle vendite online, si è registrata una vera e propria impennata nei settori che fino a poche settimane fa erano considerati emergenti: a registrare l’incremento maggiore, da fine febbraio a metà aprile, è infatti il pet care (+154%); seguito da cibi freschi e confezionati (+130%); prodotti per la cura della casa (+126%) e della persona (+93).
“Stiamo assistendo a un’evoluzione inaspettata dei modelli di consumo degli italiani. A cambiare in tempi record sono state soprattutto le modalità di spedizione e di consegna. – Commenta Roberto Liscia, Presidente di Netcomm – Il Click&Collect, ovvero la possibilità di ordinare online un prodotto e di ritirarlo in negozio da parte del cliente, ha registrato una crescita del +349% e ci aspettiamo che nei prossimi mesi diventerà un’abitudine sempre più consolidata, poiché consente flessibilità, adattamento alle esigenze di mobilità e, soprattutto, distanziamento sociale”.
Proximity commerce, un servizio a supporto dei piccoli centri abitati
Inoltre “un modello che ha preso piede in Italia in questi quasi due mesi di lockdown è il proximity commerce – spiega Roberto Liscia – che permette l’integrazione tra i grandi player del commercio elettronico e i piccoli negozianti, i quali, grazie alla logistica e alle piattaforme di delivery, possono raggiungere i clienti residenti nelle zone limitrofe. Si tratta di un servizio che ha finalmente raggiunto cittadine e piccoli centri abitati che fino a poche settimane fa non avrebbero immaginato di poterne beneficiare e difficilmente i consumatori rinunceranno a questa comoda pratica.”
Netcomm: ancora basso il livello di digitalizzazione
Secondo Netcomm rimane basso, tuttavia, il livello di “gestione smart” dei negozi tramite app, che consentano ai consumatori di localizzare lo store più vicino, pagare, ricevere sconti e programmi fedeltà. Dall’analisi condotta da Netcomm su circa 280 insegne di diversi settori, che rappresentano circa 46.000 punti vendita, risulta infatti che solo il 79% possiede un canale e-commerce attivo e solo il 37% è abilitato al ritiro o al reso in store di prodotti acquistati online.
“In questo scenario in continua evoluzione, le sfide per le aziende e le PMI non sono poche, ma altrettante sono le opportunità per trasformare e innovare il proprio business. – Conclude Roberto Liscia – “Acquisire le competenze tecnologiche più adeguate è la chiave per accelerare o avviare per la prima volta il percorso verso l’e-commerce, un settore che mai come in questo momento ha dimostrato di essere non più solo un accessorio, ma un servizio fondamentale per le imprese e per i cittadini.”