Amazon può essere considerato responsabile per i danni provocati da un prodotto, anche se il cliente compra da un venditore che opera nel “marketplace”, è la sentenza della Corte d’Appello della California in merito al caso di una batteria per laptop esplosa in faccia all’acquirente
La Corte d’appello della California si è pronunciata lo scorso 13 agosto in merito al caso di una batteria per laptop esplosa in faccia all’acquirente alcuni mesi dopo l’acquisto, ribaltando il giudizio di primo grado e stabilendo che Amazon può essere considerato responsabile per i danni provocati da un prodotto, anche se il cliente compra da un venditore che opera nel “marketplace”.
“Bene quanto deciso dalla Corte d’Appello della California in merito alla sentenza Bolger vs. Amazon, che è assolutamente in linea con quanto OPTIME, Osservatorio per la Tutela del Mercato dell’Elettronica in Italia, sostiene da tempo. Questa sentenza scardina l’”intangibilità” di Amazon così come quella di tutte le piattaforme analoghe – ha dichiarato Davide Rossi, Presidente di OPTIME – I Marketplace online, in virtù dei molti ruoli che ricoprono nel processo di vendita e, soprattutto, della fiducia che i consumatori ripongono in essi, non possono essere considerati meri intermediari, e non possono pertanto sottrarsi alle proprie responsabilità”.
“Intervenire nelle sedi europee competenti – prosegue Rossi – è ormai un passo imprescindibile non solo a tutela dei diritti dei consumatori ma anche per garantire concretamente la leale concorrenza tra operatori”.
E ricorda, inoltre, che già oggi è comunque possibile applicare in via giurisprudenziale in Italia e in Europa gli stessi principi adottati dalla Corte californiana.
Caso Amazon, il commento dell’Unione Nazionale Consumatori
“La fiducia che i consumatori hanno sul sistema Amazon ha un significato e lo deve avere anche in termini di responsabilità. È ancora presto per dire che l’e-commerce non sarà più come prima, ma spero che questa sentenza serva per spingere il legislatore europeo a rimettere mano alle direttive sull’e-commerce, che quest’anno celebrano 20 anni dalla promulgazione”, ha commentato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Una norma che ha venti anni di vita nel mondo dell’e-commerce non può che essere arretrata – conclude Dona – e a farne le spese, per ora, sono i cittadini che rispondono con poca fiducia rispetto alle vendite online“.