Stalking, diffamazione online, ingiurie, minacce, molestie, furto di identità digitale su social network, detenzione e diffusione di materiale pedopornografico. Si declina così l’elenco dei reati a mezzo internet che si sono verificati ai danni di minori nel 2017: 354 vittime e 39 minorenni denunciati. Un bilancio già notevole a pochi mesi dall’entrata in vigore della legge n.71 del 29 maggio 2017, adottata con l’obiettivo di prevenire e contrastare tutte quelle forme di aggressione e trattamento illecito dei dati personali riguardanti i minorenni effettuate per via telematica.
Per supportare ulteriormente i contenuti di questa legge, è stato firmato un accordo tra il Garante per la protezione dei dati personali e la Polizia Postale volto a rafforzare il sistema di tutele nei confronti dei minori dai pericoli del web.
Il Protocollo, sottoscritto dal Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, e dal Capo della Polizia- Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Franco Gabrielli, formalizza la collaborazione, già da tempo esistente sul piano operativo.
L’obiettivo è quello di attivare una rete di intervento coordinata e strutturata per fornire un supporto tempestivo alle vittime di quella che oramai ha assunto i connotati di una vera e propria epidemia silenziosa: infatti dalle 235 denunce del 2016, si è passati agli oltre 350 casi del 2017. Altrettanto numerose sono state le segnalazioni e le richieste di aiuto da parte di ragazzi, genitori, insegnanti ed operatori sociali.
Grazie al Protocollo d’intesa, nei casi in cui sia necessario identificare il titolare del trattamento o il gestore del sito internet o del social media dove sia stato pubblicato un contenuto (informazioni, foto, video, ecc.) ritenuto atto di cyberbullismo o sia necessario attuare le decisioni assunte, il Garante può richiedere l’intervento della Polizia Postale e delle Comunicazioni.
La Polizia Postale si occuperà, da parte sua, di reperire dati e informazioni sul titolare del trattamento o sul gestore del sito web o del social media, nonché delle eventuali ulteriori fonti web sulle quali siano stati divulgati i contenuti illeciti ed eventualmente di compiere le ulteriori azioni necessarie sulla base delle procedure e degli strumenti, anche al fine di consentire al Garante di intervenire opportunamente.
Nel protocollo d’intesa è stato inoltre previsto l’avvio di iniziative educative congiunte in favore dei minori e ulteriori attività anche nell’ambito della cooperazione europea e internazionale, sempre con l’obiettivo di prevenire e contrastare le violazioni alla disciplina in materia di cyberbullismo.
“Il Garante è da sempre vicino ai giovanissimi, non solo perché sono tra i principali fruitori dei servizi web, ma anche perché la tutela dello loro riservatezza e il corretto utilizzo dei dati personali che li riguardano costituisce l’obiettivo primario perseguito dall’Autorità nei tanti casi in cui i minori sono protagonisti dei propri provvedimenti”, spiega Giuseppe Busia, Segretario generale del Garante, al quale la legge n. 71/2017 assegna lo specifico compito di decidere sulle segnalazioni riguardanti episodi di cyberbullismo.
“Per tale ragione, la nostra azione mira anche ad affiancare i minori nel loro percorso di crescita, al fine di fare comprendere ai giovani l’effettivo peso delle loro azioni, rendendoli consapevoli delle relative conseguenze. Il nostro impegno serve anche a responsabilizzare i fornitori di servizi on-line, in modo che, per quanto di loro competenza, si facciano ugualmente carico di tutelare i minori in rete, arginando il fenomeno del cyberbullismo”.
“La tutela dei minori sul web è una priorità assoluta della Polizia Postale e la tempestività del nostro intervento è fondamentale per evitare che condotte, spesso frutto di superficialità e scarsa consapevolezza, abbiano effetti devastanti per le vittime e le loro famiglie”, afferma Nunzia Ciardi, Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.
“Questo protocollo sancisce una collaborazione che ormai da tempo la Polizia Postale assicura a tutte le istituzioni impegnate nella prevenzione di un’emergenza che non è soltanto criminale ma, soprattutto, sociale. La nostra attività, infatti, non si esplicita soltanto sul piano repressivo ma anticipa l’azione di contrasto con la predisposizione di incontri educativi per i ragazzi, piani di formazione per gli insegnanti e iniziative di collaborazione con enti pubblici e privati per garantire la sicurezza delle e nelle comunicazioni”.