In Italia, Veterinari, avvocati, sociologi, giornalisti, medici, dottori commercialisti e biologi sono le professioni stanno risentendo maggiormente della crisi con un calo del fatturato del 43% nel secondo semestre 2017 e con la chiusura del 22% degli studi professionali.
La crisi degli studi professionali in Italia è particolarmente significativa se messa a confronto con quella europea. L’indagine presentata oggi a Sorrento – elaborata dal Centro Studi e Ricerche Sociologiche “Antonella Di Benedetto” di KRLS Network of Business Ethics per Contribuenti.it Magazine – nella giornata conclusiva del tredicesimo simposio internazionale, al quale hanno partecipato i massimi rappresentanti delle associazioni dei contribuenti dei principali paesi europei, mette in evidenza che nei primi 3 mesi del 2018, in tutti i principali paesi europei, si registra una ripresa: in Francia, + 4,3% del fatturato, +3,4% in Inghilterra, + 3,3% in Germania, + 2,7% in Irlanda, + 2,6% in Olanda e + 2,4% in Svezia.
In Italia, invece, le professioni che fanno da trainano e supporto all’economia sono in forte difficoltà. Secondo l’indagine dell’Associazione Contribuenti Italiani, che ha preso in esame alcuni indicatori economici degli ultimi 6 mesi del 2018 ed incrociato i dati del fatturato, delle prenotazioni, dell’occupazione e delle forniture professionali, nel bel Paese la situazione è preoccupante.
Il settore giuridico–economico (avvocati e dottori commercialisti) è uno dei comparti più colpiti dalla crisi. Infatti, nel secondo semestre del 2018, il fatturato globale è diminuito del 48% rispetto al periodo precedente, segnando un -44% nelle prenotazioni, un -22% nell’occupazione ed un –61% nelle forniture professionali.
Il settore medico (veterinari, medici e biologi), altro comparto di punta nelle professioni, presenta anch’esso tutti gli indicatori negativi: il fatturato globale, nel secondo semestre del 2018, ha segnato un -42% rispetto all’anno precedente, il – 47% nelle prenotazioni, il -26% nell’occupazione ed il – 55% nelle forniture professionali.
Male anche il settore della comunicazione (sociologi e giornalisti). Del 39% la contrazione del fatturato, dell’ 31% le prenotazioni, del 28% l’occupazione e del 53% le forniture professionali.
“Di fronte alla chiusura del 22% degli studi professionali, costituiti prevalentemente da piccoli studi ed al crollo del fatturato” – ha commentato Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – ”è impensabile che il governo non intervenga sostenendo anche il comparto delle professioni, prevedendo per i professionisti misure straordinarie, come il pagamento immediato delle parcelle da parte della pubblica amministrazione, il credito d’imposta sugli acquisti, la deducibilità fiscale di tutti i costi, la semplificazione degli adempimenti e il bonus occupazione per chi assume”.