Il biologico cresce in Europa e in Italia. Nell’Unione europea la superficie coltivata a bio è aumentata nell’ultimo anno dell’8,2% – del 20,3% in Italia, record assoluto in Europa – mentre i produttori sono cresciuti del 7%, mentre in Italia l’aumento è stato del 20,3%. I numeri sono stati diffusi da Federbio in occasione della partecipazione della Federazione al salone Biofach di Norimberga. “La fotografia della produzione biologica restituita dal salone Biofach – dice FederBio – è impressionante e conferma ancora una volta che si tratta del comparto più in crescita di tutto l’agroalimentare a livello globale”.
Sono 178 i Paesi in cui si pratica l’agricoltura biologica, 87 dei quali con una specifica normativa nazionale, 57,8 milioni di ettari (erano 11 milioni nel 1999, sono 1,8 milioni in Italia), che pesano per l’1,2% della superficie agricola mondiale (ma per il 21,9% in Austria, per il 18,9% in Estonia, per il 19% in Svezia e per il 14,5% in Italia). Sono, ancora, 2,7 milioni i produttori (72.154 gli operatori in Italia nel 2016) e il mercato vale oltre 80 miliardi di euro, che equivale a un consumo pro capite di 11 euro/anno a livello globale ma con punte di 274 euro in Svizzera, 227 in Danimarca e 197 in Svezia.
Quest’anno l’ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane ha organizzato la partecipazione collettiva al Salone di circa 25 aziende (olio di oliva e aceto balsamico, pasta fresca e secca, dolciumi, pasticceria, cereali, farina e riso, formaggio e vino, conserve di frutta e verdura, ortofrutta e specialità regionali). E l’Italia, maggior esportatore europeo, è stata il primo Paese per numero di espositori, dopo i padroni di casa tedeschi.
“La politica agricola comune europea deve orientarsi spendendo il denaro dei contribuenti per sostenere gli agricoltori che proteggono l’ambiente, gli animali, l’acqua, la biodiversità e il clima. Gli agricoltori biologici dimostrano anno dopo anno che la loro scelta è vincente dal punto di vista ecologico, ma anche economico”, ha detto Matteo Bartolini, vice presidente di FederBio. Per l’occasione la Federazione ha incontrato le organizzazioni sorelle di altri Paesi per definire forme di collaborazione internazionale. Il dialogo, spiega una nota, si è incentrato principalmente sulla riforma della PAC, con un focus particolare sull’obiettivo “Public money for public goods”, sulla base della convinzione comune che sia necessario agire immediatamente, con proposte forti, concrete e condivise, al fine di influenzare quanto più possibile il testo finale del nuovo regolamento di settore che il parlamento europeo esaminerà a marzo, con l’obiettivo di farne un valido strumento per lo sviluppo e il successo del settore negli anni a venire.