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CORONAVIRUS: IN ARRIVO BUONI SPESA ALLE FAMIGLIE

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Firmata l’ordinanza della Protezione Civile che determina come saranno ripartite le risorse destinate ai Comuni per finalità di solidarietà alimentare. Ecco chi ne ha diritto

di Lucia Izzo – Sono in arrivo misure di sostegno ai Comuni affinché questi, a loro volta, provvedano ad attivare percorsi per le famiglie in difficoltà, in particolare per l’acquisto di beni alimentari.

Si tratta di aiuti che consisteranno anche nella distribuzione di “buoni spesa” che i nuclei familiari potranno utilizzare per l’acquisto di generi alimentari durante questo periodo in cui le stringenti misure per arginare la diffusione del virus COVID-19 hanno fortemente impattato sull’esistenza quotidiana di coloro che già erano in una situazione di indigenza.

Dpcm 28 marzo 2020: risorse ai comuni

 

Lo aveva anticipato il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella Conferenza Stampa del 28 marzo preannunciando il contenuto del D.P.C.M. firmato nella stessa giornata e poi approvato in Gazzetta Ufficiale n. 83 del 29 marzo 2020.

Con tale provvedimento il Governo ha anticipato il trasferimento ai Comuni di 4,3 miliardi di euro dal Fondo di solidarietà comunale. “Lo Stato c’è – ha dichiarato Conte in Conferenza Stampa – Sappiamo che ci sono tante persone che soffrono, c’è chi addirittura ha difficoltà a comprare generi alimentari. Ho firmato il Dpcm, giriamo 4,3 miliardi ai Comuni e aggiungiamo 400 milioni con ordinanza della Protezione civile con il vincolo di utilizzare queste somme per le persone che non hanno i soldi per fare la spesa. Da qui nasceranno buoni spesa ed erogazioni di generi alimentari”.

Misure urgenti di solidarietà alimentare

E nella giornata di ieri, 29 marzo, ha fatto seguito anche l’ordinanza del capo del dipartimento della Protezione Civile n. 658/2020, in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, che ha recato “Ulteriori interventi urgenti di protezione civile in relazione all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”.

L’ordinanza prevede che, con apposito provvedimento legislativo, il Ministero dell’interno disponga, entro il 31 marzo 2020 e in via di anticipazione nelle more del successivo reintegro, il pagamento di un importo pari a 400 milioni di euro in favore dei Comuni appartenenti alle regioni a statuto ordinario, alla Regione Siciliana e alla Regione Sardegna e in favore delle Regioni Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta e delle Province autonome di Trento e di Bolzano.

Riparto risorse per solidarietà alimentare

Nella stessa ordinanza sono stati chiariti anche i criteri di riparto delle risorse. In primis, una quota pari al 80% del totale, per complessivi euro 320 milioni di euro, verrà ripartita in proporzione alla popolazione residente di ciascun comune. Si precisa, però, che il contributo minimo spettante a ciascun Comune, indipendente dal numero di cittadini, non potrà in ogni caso risultare inferiore a euro 600.

Una quota pari al restante 20%, per complessivi euro 80 milioni, sarà ripartita in base alla distanza tra il valore del reddito pro capite di ciascun Comune e il valore medio nazionale, ponderata per la rispettiva popolazione. Ciò significa che si darà qualcosa in più ai Comuni che presentano una maggiore povertà.

I valori reddituali Comunali di cui si terrà conto in tali calcoli, saranno quelli relativi all’anno d’imposta 2017, pubblicati dal Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’economia e delle finanze

Inoltre, al fine di tenere conto del più lungo periodo di attivazione delle misure di contrasto dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, viene raddoppiato il contributo assegnato ai comuni di cui all’allegato 1 del D.P.C.M. del 1° marzo 2020 (Bertonico; Casalpusterlengo; Castelgerundo; Castiglione D’Adda; Codogno; Fombio; Maleo; San Fiorano; Somaglia; Terranova dei Passerini; Vo’)

Le risorse spettanti ai Comuni delle Regioni Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, sono assegnate alle predette Autonomie che provvederanno al successivo riparto.

Buoni alimentari per le famiglie

Sulla base delle risorse assegnate e delle donazioni, ciascun Comune viene autorizzato da subito (in deroga al d.lgs. n. 50/2016, Codice dei contratti pubblici), all’acquisizione di:

  1. a) buoni spesautilizzabili per l’acquisto di generi alimentari presso gli esercizi commerciali contenuti nell’elenco pubblicato da ciascun Comune nel proprio sito istituzionale;
  2. b) generi alimentari o prodotti di prima necessità.

I Comuni, per l’acquisto e per la distribuzione di tali beni potranno avvalersi degli enti del Terzo Settore. Nell’individuazione dei fabbisogni alimentari e nella distribuzione dei beni, in particolare, sarà possibile coordinarsi con gli enti attivi nella distribuzione alimentare realizzate nell’ambito del Programma operativo del Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD).

Per le attività connesse alla distribuzione alimentare non sono disposte restrizioni agli spostamenti del personale degli enti del Terzo settore e dei volontari coinvolti. Inoltre, l’ordinanza autorizza i Comuni ad aprire appositi conti correnti bancari presso il proprio tesoriere o conti correnti postali onde fare confluire donazioni per misure urgenti di solidarietà alimentare.

Aiuti alimentari: chi potrà beneficiarne

Spetterà all’Ufficio dei servizi sociali di ciascun Comune individuare la platea dei beneficiari e il relativo contributo spettante alle famiglie.

L’ordinanza chiarisce che l’assegnazione sarà prevista nei confronti dei nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica da virus Covid-19 e tra quelli in stato di bisogno, per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali. Priorità viene espressamente stabilita nei confronti delle famiglie non già assegnatarie di sostegno pubblico.

L’importo del bonus alimentare

Il provvedimento della Protezione Civile non fissa espressamente l’importo dei buoni spesa spettanti alle famiglie. Trattandosi di uno stanziamento salito a 400 milioni di euro, si ipotizza che la cifra sarà intorno ai 300/400 euro per famiglia.

Tuttavia, si tratta di una previsione meramente “indicativa”: l’ultima parola sull’importo finale per famiglia, infatti, spetta ai singoli Comuni che dovranno modulare la cifra in base alle somme che gli verranno effettivamente stanziate.