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CONTRAFFAZIONE ALIMENTARE: OGNI ANNO DANNI PER L’ECONOMIA PER OLTRE 5 MLD DI ENTRATE

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Il mercato del falso alimentare toglie in media 110 mila posti di lavoro. Annualmente la contraffazione danneggia l’economia per circa 5,3 miliardi di euro di entrate erariali. Il fenomeno degli illeciti non si è arrestato, anzi come un camaleonte ha cambiato pelle adattandosi ai tempi: contraffazione, italian sounding, caporalato, ma anche truffe online e comunitarie sono all’ordine del giorno. Sotto la lente del Rapporto Frodi Agroalimentari in Italia di FareAmbiente i controlli delle forze di polizia preposte nel 2017 e parte del 2018.

 

Oltre alle tradizionali forme di irregolarità vi sono quelle legate al web: oggi, soprattutto all’estero, si tende a “vendere italiano” anche al ristorante o con piatti pronti. Sono circa 90 miliardi di euro quelli sottratti alle imprese italiane nel settore food & beverage, con una crescita in questo ultimo decennio che varia fra il 55-75%, grazie anche alla vendita online ed alla globalizzazione.

E intanto FareAmbiente annuncia una App per denunciare i ristoranti “furbetti”. “Il marchio made in Italy è un simbolo di garanzia e di qualità in Italia e in tutto il mondo – ha dichiarato Vincenzo Pepe presidente nazionale di FareAmbiente – Il cittadino deve essere il primo a tutelare i nostri prodotti agroalimentari. L’invito è quello di informarsi sempre sulla provenienza, verificare se si è di fronte a una truffa e non avere remore a denunciare. A questo fine abbiamo approntato una App che coinvolga la cittadinanza. Un’altra nostra proposta riguarda la tracciabilità dei prodotti non solo in etichetta, ma anche al ristorante. I consumatori devono pretendere dal ristoratore il racconto del prodotto. Speriamo di poter lavorare a una proposta di legge con il nuovo Governo”.

Il Rapporto è stato redatto con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali; con il supporto di EVIVA, di Unico Energia e del Gruppo Industriale Maccaferri; con il supporto scientifico della Fondazione Pio Alferano Virginina Ippolito, Futuridea, e Fondazione Giambattista vico e con il supporto editoriale di Frodialimentari.it.

I controlli in breve

Dal Nucleo antisofisticazione, ai Forestali, all’Ispettorato Repressione Frodi, Guardia di Finanza e Carabinieri Politiche Agricole, i criminali della filiera agroalimentare non hanno tregua. Nel 2017 il Nas ha effettuato 30.311 ispezioni accertando 17.819 infrazioni di cui 15.435 amministrative e 2.384 penali. Ammontano invece a 497 le imprese controllate e a 306.156 i kg di prodotti sequestrati dal Comando Unità Forestale, Ambientale e Agroalimentare dei Carabinieri, per un valore di 953.178 euro. I controlli del Comando Carabinieri Forestali hanno riguardato 322 imprese con conseguenti 153.105 kg di prodotti sequestrati per un valore di circa 480.000 euro. 

Nel mirino del Comando Carabinieri per la tutela agroalimentare le eccellenze dell’agroalimentare italiano: le DOP e le IGP. Sono state controllate 175 imprese, 153,51 i kg di prodotti sequestrati per un valore di 473.178 euro circa. In particolare, sono state sequestrate 153.740 etichette con diciture richiamanti marchi di tutela, 284.609 buste con effige DOP e IGP. Il comparto vitivinicolo è stato il settore con maggiori criticità seguito dal quello conserviero.

Oltre 22.000 tonnellate di prodotti sequestrati per un valore complessivo di oltre 103 milioni di euro pongono l’Ispettorato per il Controllo, la Qualità e la Repressione Frodi (ICQRF) ai vertici degli organismi europei di Polizia giudiziaria nel settore agroalimentare. A livello internazionale e sul web l’esperienza nei controlli ex officio e sul web è una best practise europea con ben 2.202 interventi. Sono stati 13 i casi per il Prosciutto di Parma e che hanno coinvolto Paesi come il Regno Unito, l’Irlanda, il Belgio, la Francia, il Lussemburgo e i Paesi Bassi. Non è da meno l’Aceto Balsamico di Modena con 12 casi che hanno interessato Paesi quali la Francia, la Germania, il Portogallo, la Spagna.
Le attività svolte dalla Guardia di Finanza hanno portato al sequestro, complessivamente, oltre 832 tonnellate di prodotti agroalimentari solidi e quasi 218 mila litri di generi alimentari liquidi (soprattutto spumanti), oggetto di frode commerciale e/o sofisticazione.

Clicca qui per scaricare la sintesi dei controlli.

Le frodi online, tutte le operazioni dell’ICQRF

La cooperazione con Alibaba ed Ebay ha ottenuto risultati di rilievo anche su Amazon: gli interventi nel 2017 a tutela delle produzioni italiane sui tre web market places sono stati 295, con il 98% di successi. In particolare, le procedure di contrasto a usurpazioni ed evocazioni online hanno riguardato 615 casi: 226 prodotti in vendita su EBay, 37 su Amazon e 32 su Alibaba, 70 prodotti hanno riguardato prodotti in vendita su altri service provider e 250 prodotti vitivinicoli in vendita sul web e in locali pubblici, mentre 97 interventi hanno riguardato Paesi extra UE. Il Prosecco, l’Asti, il Prosciutto di Parma, il Parmigiano Reggiano sono tra i principali prodotti nel mirino dai contraffattori della rete.

Agroalimentare, frodi paesaggio e turismo

La nona edizione dedica un approfondimento alle ripercussioni che il sistema delle illegalità ha avuto sui comparti paralleli, quali ad esempio quello del turismo e del paesaggio. Il food tourism e il culinary turism rappresentano oggi le nuove nicchie di mercato su cui si stanno orientando molte economie. FareAmbiente ha sviluppato un’indagine sul fenomeno che ha riguardato turisti stranieri provenienti da USA, Cina, Europa, Russia e altri paesi: il 54% viene i Italia per visitare i grandi attrattori turistici, il 22% per turismo religioso, il 16% per il cibo e per il resto altro. 
Nell’indagine è stato chiesto se erano rimasti soddisfatti di quanto proposto. Per quanto riguarda la cucina e i prodotti tipici: il 57% è rimasto soddisfatto, anche se ha evidenziato un costo troppo elevato; il 29% non si è ritenuto soddisfatto in quanto i prodotti erano di qualità inferiore di quella evocata mentre un 9% per nulla soddisfatto, soprattutto a causa della scarsa professionalità riscontrata.