I consumi energetici totali di un Paese come l’Italia sono determinati da vari settori: trasporti, edifici residenziali, industria, servizi, ecc. Tra questi il consumo negli edifici residenziali, le nostre case, per riscaldarli, raffrescarli, produrre acqua calda, illuminarli e per l’utilizzo degli elettrodomestici arriva quasi al 30% del totale, ed è secondo solo al consumo di energia per i trasporti (ed è più alto, addirittura, del consumo energetico di tutto il settore industriale).
La produzione energetica è, ancora, fortemente determinata dall’utilizzo di combustibili fossili e responsabile, quindi, di una parte importante delle emissioni di gas climalteranti causa dei cambiamenti climatici e, in generale, dell’aggravarsi della situazione ambientale. Proprio per questo motivo l’Unione Europea ha imposto nuovi e più stringenti obiettivi per tutti i Paesi membri, in particolare Il quadro per il clima e l’energia fissa tre obiettivi principali da conseguire entro il 2030:
- una riduzione almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990);
- una quota almeno del 27% di energia rinnovabile;
- un miglioramento almeno del 27% dell’efficienza energetica.
Questi obiettivi generali sono stati poi declinati con obiettivi specifici per ogni settore, tra cui anche quello residenziale. In quest’ottica da diversi anni sono ormai scattati gli obblighi per l’efficientamento degli edifici esistenti che, soprattutto per quanto riguarda i condomini costruiti prima degli anni ’90, risultano molto poco efficienti!
Tra questi obblighi c’è quello della contabilizzazione del calore negli edifici condominiali dotati di riscaldamento centralizzato. La contabilizzazione è un sistema che consente ai singoli inquilini di pagare solo il riscaldamento che realmente consumano attraverso l’installazione dei contabilizzatori di calore e delle valvole termostatiche su ogni calorifero dell’abitazione, così da poterne misurare il calore emesso, controllare e regolare la temperatura.
Questo tipo di sistemi, oltre che determinare un risparmio economico, determinano un aumento dell’efficienza del sistema di riscaldamento e, quindi, una riduzione delle emissioni di gas serra. In un condominio, infatti, la prospettiva è quella di ottenere un risparmio medio annuale tra il 10% e il 30% del totale del combustibile utilizzato.
Cerchiamo di capire meglio, allora, cosa sono e come funzionano le valvole termostatiche!
La valvola termostatica è un dispositivo che, applicato sui singoli termosifoni, consente di regolare il calore di un’abitazione e, di conseguenza, di risparmiare energia. Funzionano impostando, sulla testa della valvola, la temperatura desiderata secondo un indice che, solitamente va da 1 (meno caldo) a 5 (più caldo). Quando nella stanza in cui si trova il calorifero viene superata la temperatura impostata, la valvola riduce la richiesta di acqua calda in maniera da ridurre l’impegno dell’impianto di riscaldamento. Ne consegue che l’impianto lavora soltanto quando è necessario e in maniera più efficiente
La normativa italiana, recependo le direttive europee di riferimento, prevede che tutti i condomini con impianto di riscaldamento centralizzato o con impianto di teleriscaldamento devono dotarsi di contabilizzatori di calore e di valvole termostatiche, in modo da quantificare il consumo per singolo condomino e regolare la temperatura del riscaldamento per evitare sprechi di energia. L’obbligo delle valvole termostatiche vale anche per chi ha un impianto di riscaldamento autonomo ma solo in caso di nuova costruzione, di ristrutturazione dell’immobile e in caso di sostituzione della vecchia caldaia.
Sono esentati dall’obbligo coloro che dimostrino di trovarsi tecnicamente impossibilitati all’installazione o di non trarre un beneficio economico dal risparmio energetico. In questi occorrerà essere in possesso di un’apposita relazione di un tecnico abilitato per poter giustificare l’esenzione durante i controlli.
I controlli verranno effettuati con modalità diverse a seconda della Regione o del Comune in cui si abita. Ad esempio, a parte l’Emilia Romagna e la Toscana che li gestiranno a livello regionale, le altre regioni li hanno affidati ai Comuni con più di 40.000 abitanti, mentre per i Comuni più piccoli saranno responsabili le città metropolitane. A svolgere i controlli sono società pubbliche o private a seconda della zona: tutte le informazioni sulle modalità dei controlli e sui soggetti responsabili possono trovate sui siti della propria Regione o del proprio Comune.
Chi, a seguito del controllo, non sia trovato in regola con gli adempimenti potrà subire una multa da 500 a 2.500 euro. E’ importante quindi, oltre che per un’ovvia questione di risparmio ed ambientale, essere in regola con gli adempimenti o procedere velocemente ad adeguare gli impianti alle prescrizioni di legge. Anche sfruttando i vantaggi che, già da diversi anni, esistono per questo tipo di interventi come ad esempio le detrazioni fiscali. Per tutti gli approfondimenti, e considerato il continuo aggiornamento delle norme, è possibile informarsi sulle pagine dedicate dell’Enea e dell’Agenzia delle Entrate.
Autore: Marco Vignola