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CINA E CORONAVIRUS: QUALI DIRITTI PER RIMBORSI AEREI E PACCHETTI TURISTICI

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I consumatori che hanno acquistato un pacchetto turistico che comprende la visita in Cina possono tranquillamente recedere prima della partenza.

Lo prevede il Codice del Turismo che recita: «In caso di circostanze inevitabili e straordinarie verificatesi nel luogo di destinazione o nelle sue immediate vicinanze e che hanno un’incidenza sostanziale sull’esecuzione del pacchetto o sul trasporto di passeggeri verso la destinazione, il viaggiatore ha diritto di recedere dal contratto, prima  dell’inizio del pacchetto, senza corrispondere spese di recesso, ed al rimborso integrale dei pagamenti effettuati per il pacchetto, ma non ha diritto a un indennizzo supplementare».

 

Ricordiamo che Il Consiglio dei Ministri ha dichiarato il 31gennaio lo stato di emergenza per sei mesi per il coronavirus ed il blocco dei voli da e per la Cina.

I cittadini in possesso di biglietto aereo per la Cina, acquistato prima dell’epidemia del coronavirus, possono chiedere l’annullamento del contratto di viaggio, nonché il rimborso integrale di quanto pagato.

Infatti di fronte all’incertezza della partenza e del rientro e dell’insicurezza di un soggiorno tranquillo, non sussistono più le condizioni di un viaggio in tutta tranquillità, pertanto, come più volte ribadito dall’Unione Nazionale Consumatori Calabria e confermato da sentenze emesse dall’Autorità Giudiziaria, dinanzi al rischio di attentati o di epidemie, è possibile chiedere il rimborso integrale del biglietto aereo o del pacchetto-vacanza prenotato in località a “rischio”.