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CENTRI ESTIVI PER BAMBINI, SI LAVORA PER RIAPRIRLI A GIUGNO

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Governo, Comuni e Province stanno lavorando per riaprire i centri estivi per bambini a partire da giugno. In piccoli gruppi e rispettando le norme per il contenimento del contagio

Sabrina Bergamini

Centri estivi per bambini già a partire da giugno, in spazi all’aperto, in piccoli gruppi e rispettando le norme di sicurezza. Comuni, governo e associazioni ci stanno lavorando per liberare l’estate dei bambini e dei ragazzi, consentire loro di fare attività ricreativa ed educativa, permettere un graduale ritorno alla vita sociale. E allo stesso tempo rispondere alle esigenze delle famiglie.

 

Dal 4 maggio si torna a lavoro e i più piccoli non possono essere lasciati soli. Le scuole sono chiuse. Dai nonni non ci si può andare. Le agevolazioni promesse non sono ancora chiare e non tutti possono ricorrere allo smart working. E i bambini sono da troppo tempo assenti dal dibattito sulle strategie di convivenza e superamento della pandemia.

Ora si sta lavorando a un Piano infanzia per la fase 2. In quest’ottica si è svolta ieri una riunione che ha visto la partecipazione dei ministri dell’Istruzione Lucia Azzolina e della Famiglia Elena Bonetti, della ministra del Lavoro Nunzia Catalfo e dello Sport Vincenzo Spadafora, di rappresentanti delle Province (Upi) e dei Comuni (Anci) e della Società italiana di pediatria.

In riunione per il #pianoinfanzia con i ministri Azzolina, Spadafora, Catalfo, la sottosegretaria Zampa, la vicepresidente della regione Emilia-Romagna Schlein, De Pascale presidente UPI, Decaro presidente ANCI, Nardella Sindaco di Firenze e Villani Presidente SIP.

Centri estivi per bambini, le richieste dei sindaci

I sindaci hanno chiesto la possibilità di poter frequentare i centri estivi in oratori, giardini delle scuole, ludoteche, a partire da giugno, rispettando il distanziamento sociale e con piccoli gruppi di bambini. Di avere a settembre aule adeguate. Di fornire alle famiglie meno abbienti tablet e pc e di fare accordi coi gestori di telefonia per la gratuità della navigazione sulle piattaforme scolastiche.

«Per lunedì prossimo, 4 maggio, i genitori che tornano al lavoro devono poter contare su soluzioni per i loro figli che non vanno a scuola. Da giugno, i bambini devono poter frequentare i centri estivi e le altre strutture, come oratori, cortili delle scuole, ludoteche e centri famiglie. Certo, in numero contingentato e rispettando il distanziamento sociale, quindi in una proporzione di 4-5 bambini per ogni operatore. Ma dobbiamo occuparci di loro che stanno soffrendo probabilmente di più la privazione delle relazioni sociali». Queste le richieste di Antonio Decaro, Dario Nardella e Michele de Pascale, che hanno partecipato in rappresentanza di tutti i sindaci, ai lavori del tavolo convocato dal governo sul tema dei bambini e del loro ritorno alla vita attiva.

«Infine da settembre le scuole devono poter accogliere gli studenti in aule rese compatibili con le norme di distanziamento sociale: quindi servono procedure snelle, a burocrazia zero per iniziare immediatamente i lavori di adeguamento – hanno aggiunto – Infine chiediamo ulteriori risorse per dotare le famiglie meno abbienti di tablet e pc, e accordi con i gestori della telefonia perché la navigazione sulle piattaforme scolastiche sia sempre gratuita».

Centri estivi per bambini, le idee sul tavolo

Dai ministri è arrivato l’impegno a lavorare per fissare regole sull’organizzazione dei gruppi di bambini, che dovranno essere piccoli, in numero fisso, e per permettere la riapertura delle attività all’aperto da giugno. Per la ministra del Lavoro e del Welfare, Nunzia Catalfo, queste attività si potrebbero pagare con il voucher baby sitter.

La ministra per l’Istruzione, Lucia Azzolina, ha invece assicurato che saranno stanziati 80 milioni di euro per l’acquisto di device per i bambini delle famiglie meno abbienti e ha promesso che l’intero governo premerà, come già hanno fatto i sindaci, sui gestori delle reti internet affinché la navigazione sulle piattaforme scolastiche sia gratuita.

Le proposte di Arci Ragazzi: Poli bambini, luoghi diffusi e all’aperto

È un tema che sta a cuore a tante associazioni che si occupano di bambini e giovani.  Arci Ragazzi ad esempio ha elaborato la proposta “Poli bambini e ragazzi. Luoghi diffusi per una comunità che educa e partecipa”, con una serie di indicazioni per allestire durante l’estate attività educative e ricreative in posti all’aperto e rispettando le misure di contenimento della pandemia.

È un’idea progettuale che vuole «proporre un intervento territoriale replicabile su tutto il territorio nazionale che porti alla creazione di “Poli bambini e ragazzi”, aperti tutto il giorno nel periodo estivo».

«Nella situazione causata dalla pandemia – si legge nel documento – appare particolarmente allarmante l’impatto che essa sta avendo sulla vita dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze che vivono nel nostro paese. Sono fuori dalle loro scuole, non partecipano alle attività artistiche, ludiche, motorie e sportive, così come alle occasioni di socializzazioni quotidiane. Crediamo che sia importante all’uscita dall’emergenza, con cura e attenzione, garantire a bambini/e e ragazzi/e una condizione di “Benessere psicologico/fisico”, a partire da coloro che vivono nelle famiglie più disagiate e a chi ha disabilità o disagio mentale, ecc., per evitare che le diseguaglianze appaiano esacerbate dalla situazione attuale».

Poli bambini, le idee di Arci Ragazzi

Come devono essere organizzati questi spazi? Devono essere all’aperto e immediatamente individuabili: una piazza, una porzione di parco, boschi e spiagge, un giardino pubblico o una piazzetta. Devono essere raggiungibili facilmente a piedi o con minimi spostamenti, accessibili ai bambini con disabilità, vicino a un luogo chiuso attrezzato per fruire dei servizi igienici (una scuola, una biblioteca, un’associazione…) e devono essere spazi adatti ad accogliere gruppi di piccole dimensioni.

Il progetto prevede la presenza in questi spazi di soggetti attivi sul territorio, come terzo settore, parrocchie o comitati di cittadini, con l’obiettivo di rendere disponibili attività di animazione, educative, artistiche e attività motoria. Per la fascia d’età dei più piccoli (0-6 anni), propone Arci Ragazzi, questi poli andrebbero organizzati in asili nido, scuole dell’infanzia e strutture educative con giardini.

In questi spazi si devono rispettare le norme di comportamento per ridurre i rischi da contagio; dovrebbero poi essere un’occasione per fare informazione e addestramento di prevenzione e sicurezza anche per il futuro.