I lavoratori in cassa integrazione Covid a marzo e aprile hanno perso oltre il 27% del loro reddito. In Cig-Covid la metà delle imprese, per quasi il 40% dei dipendenti del settore privato
I lavoratori in cassa integrazione Covid a marzo e aprile hanno perso oltre il 27% del loro reddito. Il dato emerge dal report della Banca d’Italia e dell’Inps “Le imprese e i lavoratori in cassa integrazione Covid nei mesi di marzo e aprile”.
Bankitalia: Cassa integrazione Covid, meno 27,3% del reddito lordo mensile
A marzo e aprile il 51% delle imprese ha usufruito della Cassa integrazione Covid, per quasi il 40% dei dipendenti del settore privato.
«In media – si legge nello studio – ogni individuo in CIG-Covid ha subito una riduzione oraria di 156 ore, il 90 per cento dell’orario mensile di lavoro a tempo pieno (pari a 173 ore in marzo e aprile). Secondo nostre stime basate sulle informazioni attualmente disponibili, in media ogni lavoratore ha perso il 27,3 per cento del proprio reddito lordo mensile».
Nel mese di marzo e aprile i lavoratori con almeno un episodio di CIG-Covid sono stati oltre 5 milioni.
UNC: dato allarmante
La perdita di oltre il 27% del reddito lordo mensile è un dato “allarmante”, dice a stretto giro l’Unione Nazionale Consumatori.
«Dato allarmante e preoccupante, visto che riguarda il 40% dei dipendenti del settore privato – commenta il presidente UNC Massimiliano Dona – Inoltre va considerato che già nel primo trimestre 2020, secondo i dati Istat, il reddito disponibile lordo è sceso sul trimestre precedente dell’1,6% e che, di conseguenza, i consumi sono crollati del 6,4%. Una situazione già grave, destinata inevitabilmente a peggiorare nel secondo trimestre».
L’associazione chiede di ridare capacità di spesa alle famiglie.
«Le misure di sostegno dei redditi adottate a partire dal Cura Italia, insomma, hanno certo consentito di contenere la caduta dei redditi e del potere d’acquisto delle famiglie, ma non abbastanza. Bisogna ridare in fretta capacità di spesa ai ceti medi e medio-bassi o la caduta dei consumi, e di conseguenza del Pil, avrà effetti disastrosi per il Paese».