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C’È PLASTICA NEI COSMETICI, ANCHE SE NON SI VEDE

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La plastica nei cosmetici non si vede ma c’è. L’indagine di Greenpeace “Il trucco c’è ma non si vede” denuncia la presenza di plastica e microplastica nel makeup

Sabrina Bergamini

Microplastica e rossetto, binomio non perfetto. La plastica nei cosmetici non si vede ma c’è. In rossetti, mascara, lucidalabbra, cipria e fondotinta ci sono ingredienti in plastica e microplastiche. La plastica nei cosmetici è una presenza diffusa e finisce a stretto contatto con occhi e labbra.

Il trucco c’è ma non si vede” è l’indagine fatta da Greenpeace sui comuni prodotti di makeup che spesso nascondono un trucco “sporco”. La plastica nei cosmetici. Quella plastica che ha già contaminato mare e oceano e mette in pericolo la salute.

 

Plastica nei cosmetici, prodotti e marchi sotto esame

L’indagine di Greenpeace ha verificato la presenza di materie plastiche sia nelle liste degli ingredienti che attraverso indagini di laboratorio, nei trucchi di undici marchi: Bionike, Deborah, Kiko, Lancôme, Lush, Maybelline, Nyx, Pupa, Purobio, Sephora e Wycon. Due le fasi della ricerca. C’è stata una prima analisi online che ha verificato la lista degli ingredienti di 672 prodotti di makeup (secondo la nomenclatura INCI: International Nomenclature of Cosmetic Ingredients). E una seconda fase in laboratorio per verificare la presenza di microplastiche in 14 prodotti.

Plastica e microplastica, bocciati mascara e rossetti

«Nel 79% dei 672 prodotti verificati online abbiamo trovato materie plastiche, il 38% delle quali era costituito da particelle solide note come microplastiche – spiega Greenpeace – Dall’indagine è emerso anche l’uso massiccio di polimeri in forma liquida, semisolida e solubile, i cui effetti sulle persone e sull’ambiente non sono ancora del tutto noti».

Fanno il pieno di plastica mascara, rossetti e lucidalabbra. Nel 90% dei mascara controllati risultano ingredienti in plastica, seguiti da rossetti e lucidalabbra (85%) e fondotinta (74%). Si tratta di tipologie di prodotti non interessati dal divieto d’uso di microplastiche in vigore in Italia dall’inizio del 2020.

Le microplastiche sono state trovate nel 56% dei rossetti e lucidalabbra, nel 36% dei mascara, nel 31% degli illuminanti, nel 28% delle ciprie e nel 19% dei fondotinta.

L’analisi di laboratorio ha riguardato 14 prodotti. Ne è emersa la presenza di piccole particelle inferiori ai 5 millimetri come il polietilene (in 6 prodotti), il polimetilmetacrilato (in 2 prodotti), il nylon (in 2 prodotti) e il polietilene tereftalato (in 1 prodotto). Solo i prodotti dell’azienda Purobio sono risultati privi di ingredienti in plastica.

Le marche con le percentuali maggiori di plastica nei cosmetici sono state Lush, Maybelline, Deborah, Sephora e Wycon.

Le aziende non hanno risposto

E le aziende? Sono state contattate ma non hanno risposto.

«Prima di pubblicare i nostri risultati, abbiamo contattato tutte le aziende prese in esame con l’obiettivo di fornire un quadro esaustivo che tenesse in considerazione anche il loro punto di vista nella nostra indagine. Ma solo una ha risposto al nostro questionario».

Cosmetica Italia, l’organizzazione di categoria, non ha risposto a Greenpeace. «L’associazione industriale si è soltanto limitata a ribadire, con una nota stampa dello scorso 16 dicembre, l’avvenuta eliminazione, a partire dal 2015, delle microplastiche dai cosmetici con azione esfoliante o da risciacquo, il cui uso è oggi vietato in Italia».

“Vietare le microplastiche aggiunte”

Cosa racconta l’analisi sulla plastica nei cosmetici? Prima di tutto, la pervasiva presenza di plastica e microplastica. E la necessità di elaborare prodotti meno impattanti sull’ambiente.

«I risultati ottenuti evidenziano come gli ingredienti in plastica siano frequenti in numerosi prodotti che entrano in contatto con parti sensibili del nostro corpo come occhi e labbra, con la concreta possibilità di ingerirli – scrive Greenpeace –  Servono quindi interventi a più livelli per evitare potenziali rischi per la salute umana e per l’ambiente. Sul fronte politico il governo, e in particolare il Ministero dell’Ambiente, devono sostenere la proposta europea per vietare l’uso di microplastiche aggiunte intenzionalmente in tutti i prodotti commerciali, inclusi i prodotti per il makeup, aumentandone il livello d’ambizione».