Con una recentissima decisione, l’Arbitro Bancario Finanziario ha accolto il ricorso proposto da un’anziana risparmiatrice contro Poste Italiane, avente ad oggetto il rimborso di un buono fruttifero trentennale, appartenente alla serie Q/P.
Nel dettaglio la Signora, che aveva sottoscritto un buono nell’anno 1987, al momento di riscuotere il capitale e gli interessi maturati, si vedeva offrire dalle Poste una somma pari alla metà rispetto a quella che sarebbe derivata dall’applicazione delle condizioni riportate sul retro del titolo.
La risparmiatrice, certa dell’erroneità del calcolo degli interessi compiuto dalle Poste con riferimento al periodo compreso tra il 21° ed il 30° anno dalla data di emissione del buono, si rivolgeva allora all’Arbitro Bancario Finanziario che, in accoglimento del ricorso, stabiliva che, in relazione ai buoni sottoscritti posteriormente al D.M. 13.06.1986 (c.d. Gava – Goria), il risparmiatore ha il diritto ad incassare quanto risulta dall’applicazione del rendimento stampato originariamente sul retro dei buoni stessi.
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Autore: Valentina Greco
