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BOLLETTA: I COSTI CHE TI STENDONO

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La bolletta elettrica aumenta anche a parità di consumi: ecco perché. I servizi di vendita sono tra le voci che sono salite di più nell’ultimo anno. Secondo l’ultimo studio di SosTariffe.it questi oneri hanno subito un incremento medio del 4,7% a ogni variazione trimestrale dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA). Questo significa che il prezzo dell’energia è tra i valori della bolletta che maggiormente influisce su eventuali aumenti o diminuzioni del costo finale, pagato dall’utente. L’ultimo aumento dell’energia elettrica di gennaio 2018, deciso dall’AEEGSI (oggi ARERA), pari al +5,3%, è stato causato da variazioni su alcune voci di spesa che vanno a comporre il prezzo finale in bolletta.

LE VOCI IN BOLLETTA. Come si evince dallo studio di SosTariffe.it, la voce di spesa che più incide in bolletta è quella relativa alla materia energia (che comprende una quota fissa e una variabile), con un’incidenza media del 44,4% sul totale della bolletta. È anche la voce che presenta più variazioni da un trimestre all’altro nel periodo preso in considerazione, con una variazione media pari al 4,7%. Tranne per il trimestre ottobre-dicembre 2017, dove il prezzo della materia energia è sceso dell’1,8%, in tutti gli altri trimestri esaminati si sono verificati aumenti relativi alla materia energia, con il rincaro più evidente nel trimestre aprile-giugno 2017, momento in cui questa voce è salita del 7,8%. Variazione negativa degli ultimi quattro trimestri, invece, in media, quella legata alla spesa per il trasporto dell’energia e la gestione del contatore, che è scesa dello 0,5%, mentre gli oneri di sistema ossia i contributi chiesti ai clienti per sostenere l’intero sistema energetico italiano sono aumentati in media dell’1,8% e l’IVA, applicata a tutte le voci di spesa, mediamente del 2,26%.

AUMENTI, ECCO I MOTIVI – Per cercare di spiegare il perché degli aumenti, abbiamo consultato tutte le comunicazioni emanate dall’Autorità per l’energia a ogni aggiornamento, identificando le cause dei rincari nei corrispettivi trimestri, evidenziati dall’autorità. Ad aprile 2017, quando è stato comunicato un aumento della spesa della materia energia del 7,8% circa, l’Autorità ha specificato che l’incremento era dovuto all’aumento del prezzo all’ingrosso italiano ed estero (a causa soprattutto di alcune centrali nucleari francesi ferme). A luglio dell’anno scorso, invece, il costo della materia energia era aumentato del 5,8% circa: questo incremento è stato causato sia dai prezzi del mercato all’ingrosso che continuano a salire, sia ai consumi estivi aumentati, sia dalla necessità di coprire i rialzi dei prezzi all’ingrosso di inizio 2017. La diminuzione di ottobre 2017 è stata determinata, invece, da una “forte riduzione dei costi di dispacciamento, cioè dei costi sostenuti dal gestore della rete (Terna) per mantenere in equilibrio e in sicurezza il sistema elettrico”, mentre il costo della materia energia che è tornato a salire a gennaio 2018 (+5,3%) è legato a molti fattori. Tra questi si possono annoverare: decisa crescita dei prezzi all’ingrosso, causata anche da una ripresa dei consumi durante il 2017, indisponibilità prolungata degli impianti nucleari francesi, quindi, meno energia importata dalla Francia che ha aumentato il volume della produzione in Italia) e altre cause imputabili al funzionamento della rete italiana. A gennaio di quest’anno ha contribuito agli aumenti anche l’incremento della parte degli oneri di sistema dato che sono stati concesse agevolazioni aggiuntive per le industrie manifatturiere, che consumano maggiore energia elettrica, decise dal Ministero dello Sviluppo Economico.